La notizia odierna dell’arresto di un consigliere comunale del PD e di un presidente di seggio, conferma alcuni rumors diffusi quasi nell’immediato dopo le ultime elezioni, e che riportavano l’esistenza di brogli elettorali accertati in talune sezioni che avrebbero registrato il voto, finanche, di elettori deceduti. Un indagine tempestiva ed importante da parte della magistratura garante di correttezza istituzionale durante lo svolgimento delle tornate elettorali.
E’ legittimo chiedersi, alla luce dei gravi provvedimenti giudiziari, quale possa essere l’esatta dimensione della falsificazione in queste elezioni comunali, atteso che una mole di schede sarebbe stata “manovrata” da compiacenti operatori di seggio elettorale, operazione avvenuta su indicazione di soggetti politici che avrebbero avuto agibilità piena all’ufficio elettorale.
Infatti, se al primo turno dove l’operazione è decisamente più complessa, dovendo sbarrare il simbolo di partito ed indicare la preferenza di un candidato, in svariati seggi sono state utilizzate schede di “comodo”, al ballottaggio, invece, dove ricordiamo che decine di presidenti sono stati sostituiti e l’operazione di voto si riduceva ad un semplice tratto di matita sulla scheda, quante possono essere state le schede alterate?
Tra l’altro appare molto strano che dai circa 97.000 votanti del primo turno ve ne siano stati ben 77.000 al turno di ballottaggio, dove solitamente le affluenze sono ben più basse; su questi 77.000, se proviamo ad immaginare qualche decina di schede di “comodo” su 219 seggi, viene facile immaginare che i voti al ballottaggio possano essere migliaia. Per inciso, questa ipotesi spiegherebbe anche la notizia che circolava nel giorno del ballottaggio su decine di schede tracciate con una anomala penna blu in luogo della matita elettorale in taluni seggi nella scuola di Santa Caterina. Ma questa è materia degli inquirenti.
Crediamo che la gravità di quanto accertato, abbia dimostrato la illegittimità giuridica, etica e politica di una elezione importantissima, già macchiata dalla candidatura di un sindaco incriminato per gravi reati contro la pubblica amministrazione e ben sei consiglieri, ex assessori ed ex vicesindaco, indagati per reati ancor più gravi e tutti serenamente ricandidati in barba a qualsivoglia buon principio etico e politico.
Le dimissioni dovrebbero essere una naturale conseguenza, a questo punto, ci pensi in primis il Sindaco, anche come atto di amore verso la propria città, prima che ulteriori fatti in via di accertamento possano provocare anche uno scioglimento del Comune. Auspichiamo un immediato ritorno al voto, in modo da rimettere legittimamente alla volontà popolare l’esercizio di una democrazia che, a Reggio Calabria, appare al momento velata da una gigantesca ombra etica, politica e giudiziaria.
AmaReggio#Stanza 101 ((Movimento civico identitario)