L’ennesima puntata della vicenda brogli elettorali delle scorse elezioni amministrative di settembre ha allargato la platea degli imputati e nonostante ciò continuano a non arrivare segnali da parte delle istituzioni comunali e governative.
Il consiglio comunale nemmeno nell’ultima seduta, in cui ha conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre vittima degli orrori della Shoah, ha inteso discutere della vicenda brogli elettorali come se nulla fosse mai accaduto.
Saremmo curiosi di sapere, e probabilmente glielo porteremo noi direttamente a sua conoscenza, cosa ne pensa la nostra illustre neo concittadina di ricevere tale titolo da una amministrazione illegittima eletta grazie a brogli elettorali, di essere cittadina onoraria di una città in cui mancano i servizi pubblici essenziali e dove sono risultati eletti soggetti con parentele vicini alla criminalità organizzata. Non proprio qualcosa di cui vantarsi: magari anche lei avrebbe suggerito di pensare a cose un po’ più serie viste le condizioni in cui versa la città.
Nel silenzio omertoso dell’assessore alle legalità, un ossimoro ormai in questa città, più volte sollecitata da noi e da altri soggetti politici, oltre al comitato “Reggio non si Broglia” ad esprimersi sulla vicenda e nella mancata convocazione del consiglio comunale aperto, richiesta da oltre quattrocento cittadini, da parte di un presidente del consiglio ridotto a pupazzo della maggioranza, il nostro ringraziamento non può non andare a quegli inquirenti che giorno dopo giorno stanno facendo emergere il fango ed il marcio che ancora si cela dietro le ultime elezioni amministrative.
Salvato più volte dal dissesto grazie ai soldi a pioggia distribuiti dai governi amici, indagato con mezza giunta per la vicenda Miramare, travolto dallo scandalo dei brogli elettorali, dei presidenti di seggio e scrutatori scelti dal suo braccio destro in spregio ad ogni normativa, incapace di fornire ai cittadini i più comuni ed essenziali servizi quali raccolta della spazzatura ed acqua nelle case: ci chiediamo cosa altro ancora, a quali altre torture dovrà sottoporre Reggio Calabria e i suoi cittadini prima che il suo “Attila”, al secolo Giuseppe Falcomatà, venga “detronizzato”?
Il risultato di questi sette anni è una città ridotta ormai in macerie non sono moralmente e politicamente ma nel vero senso della parola: una Reggio che si è ormai imbarbarita ed in cui i partiti rimangono muti in quanto rappresentano soltanto dei contenitori in cui ci si decide di candidare non in base alle proprie idee e formazione politica ma in base a meri calcoli opportunistici riguardanti la possibilità o meno di risultare eletti in un contenitore piuttosto che in un altro.
Logiche che il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ha sempre rifiutato e che lo hanno posto in contrasto, anche nel recente passato, con i suoi storici alleati. Noi infatti, ancora oggi crediamo che la politica richieda competenza, impegno, passione ma soprattutto coraggio nelle scelte.
Ecco perché in questo teatro dell’assurdo il nostro non è silenzio ma semplicemente nausea.
Giuseppe Minnella
Portavoce provinciale – Movimento Sociale Fiamma Tricolore