“Non c’è più tempo da perdere. Sui rifiuti serve un’azione corale, da parte di tutte le istituzioni preposte, affinché s’interrompa la catena criminale che parte con l’abbandono indiscriminato dell’immondizia e si chiude col rogo di discariche abusive”. È quanto scrivono in una nota il Gruppo comunale Primavera Democratica.
“Il Governo aiuti la Calabria e, in particolar modo la città di Reggio, che rischia di soccombere sotto il peso di decenni di inefficienze e ritardi che hanno compromesso il regolare andamento del sistema di raccolta e smaltimento. L’Esercito, dunque, presidi le zone più sensibili dove gli incoscienti agiscono senza alcun criterio mettendo a repentaglio il decoro degli spazi pubblici e la salute dei cittadini. Lo scorso 14 dicembre 2020, in commissione Ambiente, come riportato nel verbale, è stata avanzata esplicita richiesta di un presidio fisso di Polizia nell’area di Ciccarello, avanzata dal Consigliere Filippo Burrone del gruppo Primavera Democratica. Dopo mesi di attesa è l’ora di passare ai fatti. Siamo di fronte ad una condizione di forte disagio per i cittadini rispetto alla quale ogni giorno in più di ritardo aumenta rischi e pericoli insopportabili”.
“Chi ha competenze in merito si spenda per il bene di Reggio e contribuisca a risolvere, una volta per tutte, un problema mai così serio come adesso. Una collaborazione che chiediamo anche ai cittadini per bene affinché denuncino ogni attività illecita che si consuma fra le strade della nostra città. Perché è inconcepibile credere che si possa assistere, impassibili, all’abbandono di rifiuti o, ancor peggio, all’incendio di cumuli di spazzatura la cui combustione rilascia nell’aria diossina e agenti tossici altamente pericolosi. Nemmeno i cani sporcano la loro cuccia. Gli uomini, certe volte, sono davvero peggio degli animali. Cerchiamo di ritornare alla civiltà che il popolo reggino merita. Alla Prefettura chiediamo, come ha fatto il sindaco Falcomatà, di continuare a fare il possibile per sensibilizzare i vari ministeri interessati affinché anche il Governo si faccia carico di una situazione ormai delicatissima. Il coinvolgimento degli uomini e delle donne dell’Esercito è, quindi, un fattore non più rinviabile”.