“Bronzi: è colpa del nostro demone di idiosincrasia”

Ho sempre e ad ogni occasione bocciato e combattuto la folle idea di Vittorio Sgarbi di portare in giro le nostre preziose statue, ma allo stesso tempo, e con identico stigma, ho anche lamentato una assurda, incredibile e inconcepibile disattenzione costante e perenne dei reggini sui bronzi.
Non è possibile che ci ricordiamo di loro solo quando qualcuno, e Sgarbi sembra avere l’esclusiva, vorrebbe portarceli via.
È davvero un atteggiamento fuori da ogni logica quello che noi tutti continuiamo a tenere nei loro confronti. Da sempre sostengo che l’economia reggina potrebbe vivere di soli bronzi tutto l’anno se soltanto ci si ricordasse della loro esistenza.
Dunque e a ben vedere, una riflessione seria va fatta e in fretta. Troppo tardi si sono creati i comitati – a salvaguardia poi, e di cosa, da cosa dovremmo salvarli? – e troppo ingombrante è stato ed è il disinteresse degli amministratori.
Reggio deve identificarsi con i bronzi, senza se e senza ma e deve farlo subito. Deve scacciare il demone dell’idiosincrasia che la affligge. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, se non fosse che questa del cinquantenario è forse davvero l’ultima occasione.
Ciò che è stato organizzato per l’anniversario del ritrovamento è in verità il minimo, è ciò che avremmo dovuto fare tutti gli anni per tutto l’anno. Guardiamoci in faccia: se non ci fosse stato l’intervento fattivo e concreto della Regione ci saremmo ritrovati a festeggiare questa ricorrenza solo su Facebook. Buone le iniziative culturali organizzate dal Museo, ottima la partecipazione del pubblico e dei visitatori, ma Reggio per questa data così importante per la sua storia ha fatto zero, come peraltro in tutti questi decenni.
Perciò credo che la vera colpevole sia proprio Reggio, chi la sta amministrando e noi reggini tutti senza esclusione: questa città dovrebbe costruire da sola attraverso le sue componenti sociali strutture e sovrastrutture programmatiche attorno alle due statue. I reggini devono prendere finalmente consapevolezza di avere in casa due tesori inestimabili e farsi il meraviglioso regalo di investire su di loro, trovare il coraggio di riversare ogni idea, di profondere ogni sforzo e di progettare il futuro intorno ai due guerrieri di Riace.
Scansando ogni polemica, rintuzzando gli attacchi, rimboccandosi le maniche sul serio e farlo per noi stessi, creando aspettative e non pietendo interventi esterni. Così e solo così si può suscitare interesse ed ottenere l’attenzione mondiale, nazionale e regionale, ma il compito è nostro e di nessun altro.
Appropriarci finalmente di loro, disegnare attorno alla loro immagine tutto il resto. Reggio e i bronzi in simbiosi. Dare vita ad un tavolo permanente attorno al quale concepire i progetti e condividerli, istituire un “assessorato ai bronzi” che si occupi di incentrare la stessa idea di turismo intorno a loro. “Reggio la città dei bronzi”: lo sviluppo passa da qui.
Non tutte le città hanno un simbolo che le identifica, le più belle e importanti sì e noi non sfruttiamo nemmeno in piccola percentuale questo enorme regalo che le cristalline acque della nostra terra metropolitana ci hanno donato. Basta polemiche, è tempo di cambiare rotta.
Il Presidente
avv. Ernesto Siclari