OPPIDO MAMERTINA – A Castellace ricordato il traguardo ottenuto dalla donna sull’emancipazione sia sociale e sia politica. Un evento che è servito a ribadire il ruolo della donna all’interno della società moderna.
E’ stato anche un giorno importante per la piccola parrocchia Santa Maria Assunta che ha organizzato il suo primo convengo culturale e che ha avuto come titolo “Il ruolo della donna nella chiesa e nella società e la sua devianza nella cultura mafiosa”.
La moderatrice Teresa Mammoliti aprendo i lavori ha affermato:«Il nostro convengo vuole essere una pietra miliare nella realtà del nostro paese e della nostra comunità parrocchiale per sensibilizzare le donne presenti e non solo a far capire che il ruolo della donna e la sua partecipazione attiva è vitale sia per il sociale che per la Chiesa».
E ha proseguito «bisogna sottolineare anche la millenaria storia del nostro paese intessuta di valori e cultura e ricca di archeologia, anche se in passato c’è stata una parentesi segnata da atti mafiosi; ma ciò non vuol dire che non ci può essere un riscatto portato da donne che si stanno impegnando a farlo rinascere come culla di cultura valorizzando quei valori già radicati nel suo glorioso passato. E questo convegno è un primo passo per valorizzare questo impegno e portare luce e speranza nei nostri cuori».
I saluti istituzionali sono stati espressi dal sindaco di Oppido Mamertina, Bruno Barillaro, dall’On. Domenico Giannetta e dal Vicario Generale Mons. Giuseppe Varrà. Hanno poi relazionato don Cosimo Furfaro direttore dell’Istep diocesano che ha sottolineato il ruolo della donna nella chiesa: «State molto attenti a non far piangere una donna: poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata» e il giornalista Michele Albanese che ha relazionato sul ruolo della donna e la sua devianza nella cultura mafiosa. Albanese nel suo intervento ha parlato del ruolo attivo della donna nella famiglia mafiosa, oltre a fare una analisi molto dettagliata del suo ruolo nel contesto malavitoso della Piana e a rilevare che «se saprà perdonare e educare al perdono la mafia inizierà a scomparire».
A dare un tocco sonoro alla serata è stato l’intermezzo musicale di Caterina Calluso, figlia della comunità parrocchiale e che ha partecipato a diversi concorsi, sia nazionali che regionali. Molto apprezzata è stata la testimonianza della vice sindaco Marta Iaria, che come donna è impegnata nel sociale e nella vita politica.
I lavori sono stati conclusi dal parroco don Antonello Messina «La donna ha la capacità di avere tre linguaggi insieme: quello della mente, del cuore e delle mani. E pensa quello che sente, sente quello che pensa e fa, fa quello che sente e pensa. Non dico che tutte le donne lo facciano, ma hanno questa capacità. Questo è grandioso».
Angelo Giovinazzo