La riflessione di Angelo Latella
Perché così tanta amarezza intorno alla Reggina calcio? La risposta è semplice: la fine di qualsiasi forma d’amore, porta tristezza. Quando finisce un amore si soffre, soprattutto ci fa rabbia il perché finisce qualcosa che ci faceva stare bene.
Il calcio, non solo a Reggio Calabria, è storia, è cultura, è passione, è spesso motivo di vita: “e che faccio adesso senza la Reggina? Cosa farò la domenica?”.
Gli uomini hanno bisogno di andare a cavallo, hanno bisogno di cavalcare, un sogno, un ideale, un riscatto, hanno bisogno di tifare, di sfottere, di gioire, di soffrire.
Il calcio è quell’integratore necessario per rimanere in corsa, per competere, per poter dire “presente” ma anche “vincente”.
Eppure la vita offre tante altre cose, ci si può innamorare di tante altre cose, che si chiamano sport diversi, lavoro ideale, commercio redditizio, mare pulito, arte, spirito, montagna, cuccioli, caccia, pesca, fotografia, funghi e lumache…ci si può innamorare di tante cose, quasi tutte visibili.
La Reggina è scomparsa? Non è più visibile? Facciamola rientrare tra le cose che abbiamo amato e che non dimenticheremo mai, facciamola rientrare dove è stata sempre, nel nostro cuore.
E chi sa, forse un giorno la rivedremo in campo, circondata da chi l’ha voluta bene veramente, circondata soprattutto da gente onesta.