Sono passati poco più di dieci giorni dall’allentamento delle misure restrittive nell’area metropolitana di Reggio Calabria e ciò ha consentito una parvenza di ritorno alla normalità, pur con tutte le limitazioni ancora in atto.
Gli esercizi commerciali, per riprendere l’attività, hanno però dovuto fare i conti, oltre che con l’azzeramento degli incassi nei mesi di chiusura, anche con gli aggravi di spesa per conformarsi alle regole anti contagio, al crollo verticale del numero di clienti, e alle ulteriori responsabilità civili e penali in capo ai proprietari per l’eventuale mancato rispetto di prescrizioni spesso incongrue e poco chiare – queste le riflessioni sull’attuale momento che sta vivendo l’economia cittadina del Presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio che continua – una tra le categorie che sta affrontando i maggiori problemi riguardo le normative vigenti è quella dei pubblici esercizi: ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie e locali da asporto. Proprio in funzione delle tante sollecitazioni ricevute da questo comparto mercoledì abbiamo organizzato, grazie all’impegno del nostro coordinatore provinciale Fiepet Carmelo Crucitti, un incontro con una cinquantina di imprenditori tra i più rappresentativi del settore. Durante la riunione, parlando con ognuno di loro, ho potuto toccare con mano la determinazione di chi, tra mille sacrifici, vuole ricominciare nel rispetto di tutte le regole così da salvaguardare la propria salute e quella dei cittadini. Il problema che si è posto, però, è proprio questo: quali sono esattamente queste regole? Come districarsi nel ginepraio di normative prodotte con l’instancabile stacanovismo tipico della burocrazia nostrana? E quali sono le responsabilità dei gestori nel farle rispettare?
Nel primo weekend post quarantena gli imprenditori si sono scontrati con troppe e diverse interpretazioni delle norme da parte di chi è chiamato a controllare e sanzionare i comportamenti scorretti. Soprattutto il Corpo dei Vigili Urbani del Comune di Reggio Calabria, dalle varie segnalazioni che abbiamo raccolto, ha dimostrando in alcune occasioni un atteggiamento punitivo “a prescindere” nei confronti dei gestori dei locali pretendendo, per altro, che essi si accollino responsabilità non previste dal Dpcm del Governo e dalle Ordinanze Regionali e Comunali. Come si può, infatti, chiedere al proprietario di un ristorante, di un pub o di una pizzeria di evitare assembramenti negli spazi pubblici adiacenti alla propria attività, quindi fuori dalla propria pertinenza, minacciandolo altrimenti di sanzioni e chiusura? Con quale autorità potrebbe costringere le persone a non raggrupparsi in una pubblica via? E come si può pretendere che un ristoratore, stante le regole che dispensano i conviventi dal rispetto della distanza interpersonale di un metro, possa sapere se gli occupanti di un tavolo regolarmente prenotato vivano nella stessa casa?
Durante la riunione odierna in Prefettura del Comitato per il monitoraggio delle misure di contenimento e contrasto della diffusione del virus covid-19, come Confesercenti, abbiamo fatto presente al Signor Prefetto e ai partecipanti al tavolo queste problematiche riscontrando la massima attenzione e la volontà di trovare soluzioni condivise che possano portare alla risoluzione delle criticità esposte.
Abbiamo altresì ribadito la totale disponibilità delle aziende a collaborare con le forze dell’ordine, nei modi in cui si riterrà opportuno, per far sì che le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria non vengano violate, nel rispetto, però, dei ruoli e delle funzioni di ognuno.
Inoltre è stata avviata un’interlocuzione con il Sindaco Falcomatà che ha da subito dimostrato grande sensibilità nell’ascoltare il grido d’aiuto del settore, rendendosi disponibile ad organizzare in tempi brevi un incontro col Comandante della Polizia Municipale, l’assessore e il dirigente al ramo.
Siamo tutti consci – conclude il Presidente Aloisio – dell’importanza di continuare a tenere alta la guardia per evitare che gli sforzi sino ad oggi fatti per contenere la pandemia vengano vanificati da comportamenti avventati ed impudenti ma deve essere chiaro che non si può chiedere agli imprenditori, che stanno già pagando un altissimo prezzo in termini economici e personali, di farsi carico di problematiche legate alla sicurezza che non sono e non possono essere di loro competenza.