Le riflessioni di Angelo Latella
Le tante guerre, passate e, ahimè correnti, i bambini incurabili (fino ad un certo punto e poi uccisi), a cui non vengono concessi atti di ulteriore speranza, perché le regole vanno rispettate e Dio sfidato, i leoni osannati per le passeggiate fuori luogo, come fossero cani di grossa taglia che non farebbero del male a nessuno, e tante altre incongruenze “umane” , non possono distoglierci dalle radici, dalla storia, dal Natale che arriva.
Anziché un nuovo Natale, una nuova luce, sembra un ripetersi di “eventi”, di teatro, di spettacoli, sempre più vecchi, più scuri e meno Santi.
Bisogna fare il presepe, altrimenti che Natale è? Non si trovano in commercio i pastorelli moderni, quelli col cellulare in mano, e nemmeno la lavandaia, e nemmeno i Re Magi.
Ci fossero stati i cellulari 2023 anni fa, Giuseppe e Maria, un B&B l’avrebbero trovato?
Boh, s’era tutto scritto, penso di no. Il problema comunque non sono i pastorelli e nemmeno il muschio. Il problema è il tempo, la fretta, la quotidianità, spesso di scarsissima qualità.
Pensiamo a tutto, al pane, alla carne, alla ricarica, pensiamo a tutto tranne che a Lui, a noi. Il presepe sta cominciando a diventare una rottura di scatole.
E chi lo fa? Anzi, che lo fai a fare? Se non lo guarda nessuno? Sono tutti al cellulare…in chiesa si seguono le letture, il foglietto della “Domenica”, lo ricordate? È scomparso (risparmio economico e ecologico).
In palestra, tutti col cellulare in mano, hanno avuto online la scheda degli esercizi che il personal trainer ha preparato per loro…
In pizzeria? Mentre aspetto la pizza che faccio, mi annoio? No, mi collego.
Conclusione? Riscopriamo il presepe vivente, non sono necessari costumi e attrezzature, ne testi da leggere, ne musiche di sottofondo, basta presentarsi col cellulare funzionante, e attivare una linea WiFi.
State comunque tranquilli, il Protagonista del Natale ci sarà, c’è sempre stato, anche al tempo delle candele…in tutti i presepi, e dappertutto, Dio c’è.