Le riflessioni di Angelo Latella
Sono tanti gli uomini che pregano? Chi pregano? Perché ? La mia riflessione di oggi, che è sempre di Domenica, parte da queste domande.
Non mi soffermerò molto sulla preghiera in generale, o meglio su chi prega un Dio che non è quello del Cristo Gesù.
Parlerò facendo riferimento ai luoghi in cui vivo, ai luoghi che osservo.
Innanzitutto i credenti “praticanti” sono in netto calo (ad occhio), quindi si prega di meno, anche se suppongo che a credere senza frequentare, e quindi a pregare “arbitrariamente”, sia un gran bel numero.
Gli chiesero “insegnaci a pregare” e Lui, subito rispose “quando pregate dite Padre nostro che sei nei cieli…”.
In quanti non ricordano più il Padrenostro e magari disconoscono persino l’aggiornamento sulla “tentazione”? E poi, perché pregare un Dio che tutto sa e tutto può? Un Dio che conosce il numero dei nostri capelli, che ci chiamerà per nome, che ci ama incondizionatamente, a prescindere dal nostro essere, dal nostro fare? Che se ne fa un Padre delle preghiere di un amato figlio?
Conclusione. La preghiera serve a noi, per ringraziare il Re dell’amore, serve a noi, per non dimenticare la partenza e l’arrivo, serve a noi, per rafforzare la nostra sicurezza quotidiana, siamo più tranquilli e sereni con Lui accanto, la preghiera serve, serve tantissimo soprattutto a noi…il Signore è vicino a chi lo invoca, chiedete e vi sarà dato, vi sarà dato ciò di cui avete realmente bisogno. Amate e sarete amati,da Dio sicuramente. Quando preghiamo ci stiamo affidando a Dio, stiamo dicendo a Lui che ci impegneremo affinché sia fatta la Sua volontà. La preghiera è quindi un riconoscere i propri limiti, è un mettersi a disposizione di Dio, è un chiedere aiuto a se stessi, sperando anche nell’ intercessione di coloro che ci hanno preceduti e che conoscono tutti i segreti dell’essere venuti al mondo. Jutiti chi Diu ti juta, è una garanzia.