Dura presa di posizione contro la politica regionale da parte Giuseppe Mangone, presidente dell’associazione di categoria “Liberi Agricoltori – Anpa Calabria”: “Il DL Agricoltura da poco approvato dal Governo prevede diverse iniziative a favore del settore agricolo e impegna risorse in quasi tutti i comparti, alcune anche in maniera innovativa. E’ il caso per esempio delle modifiche importanti del Dlgs 198/2021 sulle pratiche sleali a tutela della filiera agricola rispetto al predominio della GDO e rispetto alla violazione della normativa nei rapporti tra imprese della filiera agricola e quella alimentare, oppure della scelta di evitare gli impianti fotovoltaici a terra che oggi avrebbero danneggiato importanti ecosistemi e colture tradizionali regionali oltre a portarci lontano dagli orientamenti comunitari. Lo stesso dicasi per affrontare il problema granchio blu, il problema cinghiali e la grave crisi dovuta alla peste suina africana ed altre zoonosi per bovini e ovini. Gli interventi urgenti per fronteggiare la crisi economica delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura e quelli inerenti le problematiche del comparto del kiwi e della vite, non contemplano quanto ci si aspettava in merito ai danni e quindi ai ristori riguardanti la crisi climatica dello scorso anno per il Bergamotto di Reggio Calabria, che interessa più di 1.500 ettari e centinaia di famiglie agricole e costituisce storicamente la base economica e rurale di 50 comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Dopo l’estate dell’anno scorso, la politica governativa regionale insieme agli esponenti di altri enti e del Consorzio del Bergamotto e con la presenza di parlamentari locali, lanciava a gran voce e dava per fatta l’imminente approvazione del bando per il riconoscimento del danno alla filiera bergamotticola e quindi dei previsti ristori in termini di contributi da parte del Governo e della Regione Calabria. Di fatto nulla è avvenuto, le interlocuzioni regionali col Ministero si sono arenate e nessuna risposta concreta si è ottenuta: ad oggi tutti si sono dimenticati dei famosi ristori per la crisi del bergamotto a partire dalla politica, che in questo caso sarebbe dovuta intervenire con le strutture regionali. Probabilmente per qualcuno il territorio cosentino è sempre più importante di quello reggino”. Incalza Giuseppe Falcone del “Comitato dei bergamotticoltori reggini” che da mesi con centinaia di agricoltori protesta in merito all’ormai noto “caso bergamotto IGP”: “La Regione con il presidente Occhiuto e l’assessore Gallo, mentre si è dimenticata delle procedure per attivare i ristori ha contribuito scientemente ad affossare il comparto del prodotto tipico reggino per eccellenza, con il boicottaggio a febbraio dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria che era stato approvato dal Ministero a dicembre 2023. Fatto ormai noto a tutti e di cui preferiscono tacere per evitare cattive figure in un periodo elettorale. Nella realtà però ci avviciniamo alla nuova campagna produttiva bergamotticola ed un comparto storico si prepara a partire con gravi deficit strutturali ed economici, senza alcun aiuto da parte della politica competente regionale e locale e senza la tutela del prodotto, sempre più necessaria. E dovremmo inoltre iniziare a considerare l’imminente arrivo di nuove malattie importanti per il bergamotto e gli agrumi come il “Citrus greening” che in Sicilia già ci si sta organizzando a prevenire e in Calabria nemmeno se ne parla. Gli agricoltori dovranno unirsi e fare rete per affrontare insieme le problematiche evidenti e attuali, così come già sta avvenendo con la cosiddetta “crociata per l’IGP” a sostegno del Bergamotto di Reggio Calabria”.