Ti vitti all’acqua chi lavavi…

Le riflessioni di Angelo Latella

Dal famoso e antichissimo brano popolare “Calabrisella mia” , ho preso spunto per la riflessione “estrapolata” di oggi.

Il brano dedicato a Nina, continua con “e lu me cori si inchiu d’amuri”.

Quali erano i luoghi del corteggiamento di un tempo e quali sono quelli di adesso ? E l’emancipazione tecnologica ? E quella femminile?

Le donne facevano vita da clausura, erano poche le opportunità per uscire da casa, nemmeno a scuola ci andavano, erano poche le occasioni per innamorarsi, ma è ben documentata la cultura dei matrimoni combinati, dove prima ci si sposava e poi, forse, ci s’innamorava.

Quindi la fontana e la chiesa del paese, come il lavatoio e la bottega, erano “strade” di corteggiamento, ma ci s’innamorava solo dell’aspetto fisico? L’amore non ha bisogno di conoscere l’anima? E senza relazione può nascere un vero amore? Solo le lavatrici e i centri commerciali hanno cambiato la società ? O anche i cuori?

Oggi le opportunità di relazionarsi si sono moltiplicate, e forse anche i ruoli si sono invertiti, la donna non è preda che scappa e l’uomo va a caccia senza fucile…Innamorarsi rimane sempre un po’ più difficile, si rimane incastrati dalle opportunità che creano confusione tra attrazione fisica ed amore vero e proprio.