Le riflessioni di Angelo Latella
La mia riflessione di oggi nasce pensando all’aldilà…E le occasioni non mancano per nessuno, neppure per chi è pienamente o parzialmente convinto che non ci sia un aldilà.
Leggo spesso nell’ultimo saluto a parenti e conoscenti che smettono di vivere “sulla terra” , i famosi e (forse) retorici “riposa in pace” , “la terra ti sia lieve”.
Quindi si augura al defunto un lungo e (forse) eterno riposo , oppure che non continui a soffrire “sotto il peso della terra” che anticamente ricopriva le bare, nel rito della sepoltura. Perché si augura il riposo eterno ad un defunto? O la fine di ogni sofferenza? Perché credo, e suppongo, siano tra le cose più desiderate in vita.
Spesso siamo alla ricerca dell’amata e semplice “pennechella”, ma anche di quel riposo da troppo lavoro o troppo stress. E poi, la sofferenza, il desiderio della maggior parte degli uomini è quello di soffrire “il meno possibile”. In sintesi quindi, auguriamo ai defunti cose che sono state comunque di terra.
Facciamo questo per svalutare il mondo paradisiaco o infernale? O lo facciamo come augurio di base ? Ossia, male che vada “riposo e salute” dovrebbero bastargli.
Concludendo, gli “auguri” ai defunti (ho usato questo termine che indica un cambiamento di funzione, de-fungere, smettere di fungere, e non una morte vera e propria) non sono altro che un certificare (sperare, desiderare) che la vita continui, per tutti, belli, brutti, bravi e monelli…e che sia realmente infinita.