«Un’esperienza che potrebbe essere replicata in altre realtà»



Il ruolo dell’Ace (Associazione calabrese di Epatologia) di Pellaro ed Arghillà è stato al centro della discussione in Quinta commissione Politiche sociali e della salute, sanità, presieduta dal consigliere Giovanni Latella. Ospite della Commissione il presidente dell’Associazione Ace, Lino Caserta.

In apertura Latella ho sottolineato, ancora una volta, le diverse «difficoltà del sistema sanitario in Calabria. Per questo motivo è importante ascoltare le esperienze di chi opera nel settore da oltre vent’anni, come nel caso dell’Associazione Ace di Pellaro, che fornisce quotidianamente un supporto significativo al servizio sanitario nazionale».

Il presidente della Commissione ha ringraziato l’Ace per il suo lavoro costante e per l’opportunità che offre ai pazienti di ricevere cure e assistenza costante e ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’associazionismo nella sanità. «Può contribuire a colmare le lacune del sistema – ha specificato – considerando la necessità di una visione a lungo termine per la città, che includa la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, per attrarre giovani e migliorare la qualità della vita. Non è più possibile assistere a una disparità tra le regioni del nord e del sud Italia, la situazione attuale non è tollerabile».

Latella ha invitato i membri della commissione e altri attori politici a collaborare per affrontare le sfide della sanità, suggerendo che l’esperienza dell’Ace potrebbe servire come modello replicabile in altre realtà ed ha concluso esprimendo la speranza che queste iniziative possano contribuire a creare una città più vivibile e accogliente per tutti.

Nel corso della seduta da registrare l’intervento del presidente del consiglio comunale Enzo Marra che ha chiarito l’importanza di affrontare le sfide della sanità in Calabria. «I finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto – stanno passando senza lasciare un impatto significativo sul territorio. È preoccupante la carenza di medici, se si considera che molti giovani professionisti scelgono di trasferirsi in altre regioni dove le condizioni di lavoro sono più favorevoli». Marra ha affermato che la scelta di questi medici non è libera, ma dettata dalla necessità di trovare sicurezza e stabilità economica.

Da qui, secondo il presidente «l’importanza della medicina di prossimità e l’esperienza dell’Ace come un modello da seguire». Marra ha esortato a costruire una nuova visione per la città, che non si limiti a risolvere le emergenze sanitarie, ma che promuova un benessere duraturo e una comunità sana. Ha concluso il suo intervento invitando a riflettere su come le soluzioni sviluppate in Calabria possano servire da esempio per altre realtà, per un approccio integrato e sostenibile per il futuro della sanità e della comunità.

A sottolineare l’opera preziosa svolta dall’Ace a Pellaro è intervenuto anche il consigliere comunale del Partito democratico Giuseppe Marino.

È toccato poi a Lino Caserta descrivere le tante attività dell’organizzazione Ace a favore delle comunità di Reggio Calabria, in particolare nei quartieri di Pellaro e Arghillà. «Un lavoro iniziato nel 2021 con servizi di ambulatorio e prevenzione. L’associazione – ha spiegato – offre sostegno, in particolare ai giovani, per affrontare il disagio psicologico e sociale, accentuato negli ultimi anni dalla pandemia di Covid-19. Gli ambulatori dell’Ace gestiscono ogni anno tra le 15.000 e le 20.000 prestazioni, fornendo una vasta gamma di servizi e rispondendo alle crescenti esigenze della popolazione».

Il presidente Caserta ha anche evidenziato che la principale necessità dell’associazione è il personale medico volontario. «Anche se un maggiore supporto economico permetterebbe di assumere stabilmente nuovi medici, l’urgenza riguarda il reclutamento di personale sanitario disposto a dedicarsi al volontariato. Questo ampliamento di risorse umane consentirebbe di affrontare meglio le richieste, sostenendo un’ampia fascia di popolazione vulnerabile composta da pensionati, casalinghe, famiglie monoreddito e giovani in cerca di lavoro o in condizioni di precarietà economica» ha affermato.

Infine Caserta ha affrontato il problema dell’inefficienza e dell’inefficacia del sistema sanitario italiano, ricordando come il diritto alla salute sia un tema nazionale e non solo locale. «Servono riforme che rendano i servizi sanitari pubblici più accessibili e che risolvano problemi come le lunghe liste d’attesa e la difficoltà di ottenere assistenza senza rivolgersi al settore privato. Problematiche non affliggono solo l’Italia, ma tutti i sistemi di welfare occidentali, come dimostra l’esperienza di una coppia canadese che ha trovato tempi di attesa più brevi in Italia rispetto al proprio paese».