Le riflessioni di Angelo Latella
Il caffè è pagato , significa in sintesi, che ho incontrato un amico al bar e gli ho offerto il caffè, ma l’argomento è molto più vasto, anche perché il tutto si svolge mentre il banconista o il cassiere, gridano forte “u cafè è pavatu” all’indirizzo del fortunato, affinché lo venga a sapere…(lui e il resto dei clienti).
È usanza dalle nostre parti offrire il caffè ad un amico, ma spesso anche ad un semplice conoscente, che si trovi ad entrare al bar, dopo di noi.
Cosa accade, di conseguenza, più delle volte? Che l’amico entrato entusiasmante con l’intento di consumare anche un bel cornetto, se ne esca rattristato per non avere potuto godere a pieno dei suoi reali “desideri” (è da maleducati pretendere che anche il sognato cornetto venga offerto).
La mia riflessione, oggi, vuole tentare di smontare, un pochino, questa usanza. Il caffè va offerto all’amico o al conoscente che incrociate al bar e che da mesi non avevate avuto la possibilità di incontrare in altri luoghi, diventa quindi una gioia, un piacere “reciproco”, consumare insieme un caffè e tutti i cornetti possibili e immaginabili…mi sono spiegato? Altrimenti è solo una frivola e inconsistente usanza che non genera alcuna forma né di rispetto né d’amore.
“Vanzi un cafè” (ti sono debitore di un caffè) significa invece che avete fatto qualcosina di buono, un piccolo favore, una cortesia, per cui meritate molto di più di un caffè, ma l’amicizia prevale e quel “‘vanzi un cafè”, assume un altro significato: “sei stato impagabile”.