L’Italia in questa nuova Europa potrebbe giocare un ruolo trainante, se solo riuscisse a mettere in moto il percorso delle riforme. Soprattutto se riuscisse a superare quella spaccatura fra Nord e Sud, perché è illusorio che in un mondo così globalizzato, dove persino la dimensione europea è insufficiente a far pesare le sue ragioni, pensare che qualche regione possa farcela da sola. Anzi la strada da percorrere è esattamente opposta. Il Paese dovrebbe finalmente dare un contributo serio e definitivo alla frattura tra Nord e Sud. Un gap che negli ultimi anni si è accentuato in maniera drammatica. Ma di chi è la colpa? Di tutti e di nessuno, perché tutto si risolve con il classico scaricabarile. Il ritardo del Mezzogiorno, invece, è un problema nazionale su cui sia chiaro, noi quaggiù abbiamo le nostre responsabilità, al di là che il nostro è un Paese che non investe su sé stesso da almeno un trentennio. Pertanto per tornare ad essere competitivi occorre tornare a fare investimenti pubblici e incoraggiare quelli privati e ridurre il conio fiscale.