Può considerarsi tra le figure storiche di San Sperato, popoloso paesino collinare della zona sud di Reggio Calabria. Un uomo di altri tempi. Un personaggio che ha vissuto due guerre mondiali arrivando a tagliare il nastro del primo decennio del nuovo secolo. Nato ad inizio del secolo scorso, Alessandro Nicolò, per tutti “don Lisciandru”, è stata una di quelle persone ben volute da tutti. Personaggio rispettoso di tutto e di tutti e, di conseguenza, anche molto rispettato dai suoi concittadini.
Nato il 24 giugno del 1913, scomparso il 22 agosto del 2010 di 97 anni, don Lisciandru visse la prima guerra mondiale da bambino, mentre nel secondo conflitto mondiale rimase sempre in prima linea come granatiere del Re. Da persona umile rifiutò sempre i gradi per rimanere con i suoi compagni d’avventura partendo per l’Africa nel 1934. Con l’inizio del secondo conflitto nazionale, Don Lisciandru fu sempre impegnato in prima linea sino alla vittoria degli alleati del 1945.
Decorato con la “Croce di guerra”, con la medaglia della “Campagna d’Africa” della “Seconda armata Oltre la meta” come combattente in prima linea e con la “medaglia commemorativa del 1936” sempre per la campagna in Etiopia di Vittorio Emanuele III, Re d’Italia ed Imperatore d’Etiopia.
Don Lisciandru fu sempre una persona umile e modesta che cercò di trasmettere quel suo alto valore civico ai propri figli e nipoti. Una persona, come si suol dire di “vecchio stampo”, legato a quei valori che ormai sono scomparsi. Piccoli e semplici gesti hanno contraddistinto la sua vita. Ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla sua morte, tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo, lo ricordano con molto piacere. Era una persona gentile ed educata, un vero “gentleman” sempre pronto ogni qualvolta che incontrava qualcuno a togliersi il cappello, come segno di rispetto.
“Il valore di questa persona – come ricordato dal sacerdote don Giuseppe il giorno del suo funerale- dato dalle diverse generazioni che in questo momento parlano di lui e lo accompagnano per l’ultimo ricordo. Io non lo conoscevo bene essendo da poco in questa parrocchia ma nell’informarmi e nell’assistere oggi alle sue esequie, vedo che dai ragazzi di 20 per passare agli anziani, tutti parlano e piangono il fratello Alessandro che è riuscito ad abbracciare ed amare nel quartiere tutte le generazioni. I giovani mi raccontavano che con loro giocava a carte sino qualche anno fa”.
Nella sua lunga vita, don Lisciandru, oltre alle due guerre mondiali, alle campagne in terra d’Africa, dovette affrontare anche il duro colpo di perdere tragicamente la moglie, investita mentre attraversava la strada per andare a trovare la figlia. Nonostante il dolore di una così grande perdita, don Lisciandru da intrepido combattente reagì prendendosi cura dell’anziana suocera che viveva con loro in casa.
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò interamente ai suoi nipoti educandoli ai sani valori e principi che avevano contraddistinto la sua lunga vita.