Un pezzo di storia del rione San Sperato a Reggio Calabria. Un personaggio d’altri tempi. Un uomo dai sani valori dedito al lavoro ed alla famiglia. Una persona disponibile per tutto e con tutti.
Da qualche tempo ha lasciato la vita terrena ma noi vogliamo ricordarlo in questo mese di dicembre. Un mese particolare per quello che per svariati decenni è stato il suo lavoro, la sua professione, la sua “arte”.
Pioggia, sole, vento, temporali, lui era sempre al suo posto di lavoro. Anche la domenica o nei giorni festivi, se il caso lo richiedeva, lui rispondeva presente. Non si tirava mai indietro: il cliente-amico prima di tutto. Se qualcuno, per motivi di salute non poteva raggiungere il suo locale nessun problema: alla chiusura (mezzogiorno o sera), lui arrivava di corsa a casa del cliente a bordo della sua fiammante vecchia 500 di color giallo prima, trasformata color nero negli ultimi anni.
Il suo “locale”, per quasi 50 anni, è stato il punto di riferimento dell’intero rione e delle zone limitrofe. Non solo per un taglio di capelli o per una semplice barba. Il suo salone era un ritrovo vero e proprio dove si chiacchierava del più e del meno. Di politica, di gossip e di sport. Con lui vero mattatore tra i presenti.
Di chi stiamo parlando? Semplice! Di Giuseppe Saccà, meglio conosciuto come “Peppi u Barberi”, vera e propria figura istituzionale di San Sperato e della Vallata del Sant’Agata.
Personaggio indimenticato ed indimenticabile. Persona affidabile e di sicuro affidamento con le forbici tra le mani.
“Peppi u barberi”, noi vogliamo ricordarti così nel mese di dicembre allorquando allestivi, con la massima cura, l’albero di Natale all’interno del tuo salone da barba, come si soleva dire una volta!
Noi che siamo cresciuti nel tuo salone (e continuiamo a farlo con tuo figlio Mimmo mentre ammiriamo la crescita professionale a livello nazionale nello stesso settore di Vittorio), non potevamo che ricordarti con forbici e rasoio in mano.
Forbici e rasoio che, sicuramente, starai utilizzando anche lassù mentre leggi queste righe in tuo ricordo…
Ah, dimenticavamo! Occhio, come tuo solito, al baffo di Nino che, di certo, starai curando anche lassù!
Demetrio Calluso