di Grazia Candido – Una stanza con mobili démodé, due specchi che girano sul palcoscenico e un mistero che aleggia nell’aria, è la prima carta vincente dello spettacolo. “Magnifica presenza” del regista e autore Ferzan Ozpetek che ha ambientato per il teatro il suo film, messa in scena ieri sera al “Francesco Cilea”, evento inserito nella kermesse di Polis Cultura che incassa un altro meritato successo, è una storia intrisa di anime intrappolate in una sorta di limbo.
L’appartamento dove si svolge il tutto è infatti, una specie di palcoscenico dove la vita reale si intreccia con la morte. Il pubblico viene catapultato in quel racconto che attraversa temi quali la memoria, il rimpianto, la ricerca della redenzione. Il lavoro di Ozpetek, eccelso nel saper trasformare un’opera cinematografica in uno spettacolo teatrale, sprona l’essere umano a riflettere sulla natura effimera dell’esistenza e sull’eterna lotta tra speranza e disperazione.
Per quasi due ore, l’eccellente cast capitanato da Serra Yilmaz (musa storica di Ozpetek), Tosca d’Aquino (vulcanica e ironica nella sua interpretazione della frivola amica Maria) e il giovane Erik Tonelli (indossa straordinariamente i panni del protagonista Pietro), riesce a creare un mix fatto di mistero, commedia e dramma imponendo alla fine, la speranza del riscatto di ogni personaggio. Con questo adattamento, Ferzan riesce ad abbattere senza alcuna difficoltà la “quarta parete” creando quel feeling con ogni spettatore, ma soprattutto, sottolinea come sia importante assecondare la propria diversità, la follia individuale che anima ciascuno di noi, l’essere se stessi nonostante tutto e tutti. Risate e commozione si bilanciano in uno spazio armonico grazie ad un gruppo di attori accuratamente scelto i cui interpreti eclettici (Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi, Fabio Zarrella), appaiono ben amalgamati e in sintonia tra loro.
Per non parlare della selezione delle musiche che, nelle opere di Ozpetek, non sono mai scelte in qualità di contorno, ma sono parti essenziali della storia. Gli applausi sono interminabili quando, nella scena finale, Pietro tra lacrime, risate e stupore, assiste alla rappresentazione dei fantasmi diventati finalmente, suoi amici e quel fragore mette fine non solo ad un malessere che spesso vive l’uomo, ma premia una messa in scena impeccabile dando il giusto riposo ai cinque attori “fantasmi” dopo tanta solitudine e attesa.
E’ sicuramente uno spettacolo che rasserena l’anima, una storia leggera, a tratti divertente che premia il coraggio della Polis Cultura di Lillo Chilà pronto anche stasera (si replica alle ore 21) a condividere di nuovo con la sua città, l’incanto e l’unione che solo l’arte sa creare grazie ad una fiaba moderna che, come tutte le favole, racconta la realtà e offre le istruzioni su come affrontarla.