“Si mangia ‘u pisci cu si bagna ‘u culu”

Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella

Traduzione: “Mangia il pesce chi si bagna il sedere”.

Natale s’avvicina, tra tradizione e modernità, conferma il proprio spazio la cucina, i piatti con il pesce, a partire dalle acciughe nelle crispelle, per poi finire nel pescestocco alla ghiotta, cozze e vongole, totani e calamari, solo per citarne alcuni.

Certo, per alcuni piatti il problema “freschezza” del pesce non si pone, perché sono “lavorati” o da allevamenti.

Per gli altri tipi di pesce, chi può garantirne la freschezza? Questo vuole dirci il proverbio d’oggi, solo chi va a pesca, e quindi entra a contatto con l’acqua del mare, bagnandosi, se è necessario anche il sedere, ha la certezza di mangiare pesce fresco.

In teoria (o pratica), il riferimento al sedere, è bivalente: si tiene anche conto della fortuna (culu) che accompagna la qualità e quantità del pescato.

È noto il continuo “dafarsi” da parte delle pescherie che sui social postano video con il pesce così fresco “che si muove nelle bacinelle”… di fatto è l’unica alternativa, al bagnarsi il sedere, per dimostrare la freschezza del pescato… chi si muove è ancora vivo, chi è congelato stenta a muoversi.