Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella
La traduzione letteraria sarebbe: la parola migliore, è quella che non esce (non si dice, non si pronuncia).
Proverbio antichissimo che però è stato reso attuale sui social, direi modernizzato, con un adattamento “inconsapevole” di un pensiero di Alda Merini : “mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire”. Analizziamo adesso in modo efficace con un esempio.
Quando abbiamo da dire, da discutere animatamente, e il nostro interlocutore non ribatte a tono, non risponde, ci viene facile dire, vittoriosi, che l’abbiamo lasciato “senza parole”… “ristau ca bucca aperta, non sapiva chi mi dici”. Non sappiamo però con certezza se questo corrisponda a verità, perché il dubbio ci rimane: il suo silenzio è una scelta? Dettata dal desiderio di non offendere pesantemente ? Dalla volontà di chiudere il discorso in maniera “neutrale”? Spesso chi non risponde, chi preferisce chiudere il discorso, è assalito dalla convinzione, presunta o tale, che continuare a parlare sia tempo perso…la persona che ha davanti è dura di “comprendonio”, è meglio stare zitti.