Aundi ‘a levu?

La riflessione di Angelo Latella 

L’altro giorno ho incontrato per strada una signora “forte”, che seguiva il teatro popolare in cui sono stato protagonista negli anni passati…ci siamo fatti una bella chiacchierata, voleva sapere quando poteva venire a vedermi recitare di nuovo, ha poi continuato “tu lo sai, conosci mia figlia, sai com’è …vorrebbe uscire tutte le sere, ma aundi ‘a levu? (Ma dove posso portarla?)”, ed ha chiuso il discorso aggiungendo “non c’è niente a Reggio per queste persone con disabilità”.

Mi è uscito spontaneo e contornato di lunga risata, per altro condivisa ampiamente, un “ma pirchi’, pi normali chi nc’e’?”.

E qui via libera sul vasto argomento legato alla normalità. Ancora teatro con una citazione di Vincenzo Salemme (La normalità? Un’invenzione del potere) e poi abbiamo parlato di mondo immenso e mondo piccolo, di uomimi grandi e piccoli, di normalità vera e presunta.

Conclusione ? Basta aggiungere o se preferite modificare, l’intera frase e l’intenzione della stessa, così “Aundi ‘a levu a me figghia”, diventa “Aundi ‘a levu a normalità” .

Conoscete voi un posto dove si riuniscono i normali? Eh già, i normali…il cane si morde la coda, tornamu a coppi, chi sono i normali? Chi sono i disabili? C’è molta confusione tra ciò che è visibile e l’invisibile.

Buona domenica.