Una mostra in occasione del centenario di Palazzo San Giorgio (che si celebra quest’anno) nel cui ambito allestire anche un’esposizione permanente dei disegni originari della prestigiosa sede dell’amministrazione comunale reggina realizzati dall’architetto palermitano Ernesto Basile tra il 1918 e il 1921. Disegni che lo stesso archivio “Basile” darebbe in comodato d’uso gratuito permanente alla città di Reggio Calabria con l’idea di dar vita ad un percorso guidato, accompagnato anche da un prodotto editoriale dedicato, che vuole illustrare le origini dello storico edificio reggino e, nel contempo, raccontare una pagina molto importante della storia cittadina come la fase di ripartenza e ricostruzione successiva al terremoto del 1908.
Questi i lineamenti del progetto celebrativo per i cento anni di Palazzo San Giorgio, sui quali si sono confrontati il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, l’assessora comunale alla Cultura, Rosanna Scopelliti, il presidente del Consiglio comunale, Enzo Marra e il consigliere comunale, Carmelo Romeo nel corso di un incontro a cui hanno preso parte lo storico dell’arte, Massimiliano Marafon Pecoraro, la Presidente della Consulta Cultura Marisa Cagliostro, il Presidente della Commissione Toponomastica Domenico Cappellano e la funzionaria comunale del settore Cultura, Daniela Neri.
“E’ un’idea che accogliamo favorevolmente – ha commentato al termine dell’incontro l’Assessora Rosanna Scopelliti – e su cui intendiamo lavorare. Quello proposto dall’Archivio “Basile” non è solo un’iniziativa celebrativa ma, in senso più ampio, un percorso di recupero e valorizzazione della memoria storica della nostra città, attraverso una più approfondita conoscenza e riscoperta di Palazzo San Giorgio, sede della nostra amministrazione e casa di tutti i reggini. Un itinerario che vuole anche rappresentare un momento di rilancio dello spirito identitario della nostra città e della capacità che ebbero i nostri avi di rialzarsi dopo un momento durissimo. Vogliamo inoltre che questo progetto si sviluppi nel segno della partecipazione e del pieno coinvolgimento delle risorse del mondo universitario, editoriale e associativo, con l’obiettivo di individuare un metodo di lavoro condiviso e che abbia un chiaro profilo organizzativo e scientifico”.