La riflessione dell’editore di Angelo Latella
Sono franco, anzi sarò franco. Partiamo dal significato letterale dell’essere franco: schietto, trasparente, così sincero da rendersi vulnerabile.
E poi ci trasferiamo nel significato pi8ù comune, il Franco come nome di persona, come diminutivo di Francesco.
Quanti Francesco conosciamo? E quanti sarebbero degni testimoni dei Santi di riferimento?
La mente mi riporta all’ultimo Franco “di successo” che ci ha lasciati , ossia Battiato, ma non trascura il Francesco “Bergoglio” , gli attori Franco Franchi e Ciccio Ingrassia…il Ciccio Franco esponente politico della destra reggina, i calciatori famosi come Franco Baresi, Ciccio Cozza, Francesco Totti, il Ciccio Valeriani (commerciante pellarese nonché cugino), il Cillo Mallamaci, mister della mia gioventù calcistica, il Franco Recupero compagno di scuola, i tanti cantanti come De Gregori, Renga, Guccini…e come dimenticare il Franco Neri dal tormentone “Franco, oh Franco?”.
Quanti Francesco famosi e quanti normali, quanti Francesco buoni e quanti cattivi. Vogliamo mettere in discussione l’influenza sociale del proprio nome? La responsabilità di chiamarsi Ciccio?
E quella di chiamarsi Angelo? Non sono importanti i nomi, è importante l’identità, il riconoscersi, il riconoscere, tutto il resto può sembrare una barzelletta.