«Ma come si fa a credere che il benessere di un luogo possa dipendere o meno dall’età anagrafica di chi fa politica?», si domandano riflettendo, piuttosto, «su questioni salienti come l’emigrazione sanitaria o il divario sugli investimenti per il trasporto pubblico».
«In questi mesi – continuano – tutto il comprensorio reggino si riempie di turisti affascinati delle nostre belle realtà, dalle peculiarità degli antichi borghi e delle tante opportunità intorno ad una nuova vocazione e ad una narrazione che sta fortemente rilanciando l’immagine del territorio. In una città che registra picchi altissimi di salubrità dell’aria e dove il clima, gioco forza, permette di vivere 365 giorni all’aperto, non è credibile che la qualità della vita possa essere inferiore rispetto ad altri centri in cui smog, industrie e microcriminalità rappresentano un costante campanello d’allarme per le popolazioni residenti. E’ evidente che la classifica diffusa dal noto quotidiano non rispecchia in alcun modo il reale stato delle cose. Il lavoro di questi anni, nonostante le difficoltà indipendenti dalla nostra volontà e provenienti da fattori esterni, è sotto gli occhi di tutti. La nostra area metropolitana è sempre più attrattiva e vitale, punta il suo sviluppo sulla crescita della dotazione infrastrutturale e del proprio capitale sociale ed economico. Gli indicatori del turismo sono tutti in crescita, così come quelli dell’export, delle infrastrutture, dei servizi».
«Evitiamo, dunque – di ubriacarci di cifre che si discostano totalmente dalla vita in carne ed ossa dei cittadini. Si continui, ognuno col proprio ruolo, a lavorare affinché l’Italia continui ad essere una ed indivisibile, perché si possano creare le condizioni per riportare i giovani emigrati lì dove affondano le loro radici. Serve un maggior impegno del Governo, di una politica che non faccia più figli e figliastri. Le classifiche lasciano il tempo che trovano perché, al mondo, nessun posto è bello e vivibile come Reggio Calabria».