A Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana a Reggio Calabria, si sono conclusi i lavori del IX Foro Mundial de Gastronomía Mexicana, svoltosi in occasione dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Messico. L’evento ha coinvolto i borghi storici di Altomonte e Gerace. L’evento finale è stato sancito con la sottoscrizione della ‘Carta di Reggio Calabria’ che punta a dare impulso alle linee d’indirizzo dell’agenzia dell’ONU, attraverso l’attuazione dei principi fondanti della Convenzione Unesco 2003 e delle sue Direttive operative per la ‘Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale’, dell’Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile e della Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale delle comunità.
La Carta di Reggio Calabria è stata sottoscritta, dal Conservatorio de la Cultura gastronomía Mexicana, segretariato dello Stato del Michoacán, Regione Calabria, Città metropolitana di Reggio Calabria, rappresentata dal sindaco metropolitano Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, città di Altomonte presente con il sindaco Carlo Coppola, città di Gerace rappresentata dal sindaco Rudi Lizzi e da Patrizia Nardi, referente del IX Foro Mundial de la gastronomía mexicana 2024 in Italia.
La ‘Carta’ è finalizzata alla creazione di una piattaforma d’intesa tra le parti convenute perché possano nel futuro congiuntamente operare, secondo ruoli e funzioni di ognuno, mettendo in atto processi, politiche e strategie pubbliche e di comunità utili a costruire un progetto di crescita e sviluppo con il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni e a condividere buone pratiche di diplomazia culturale e di cooperazione internazionale; per salvaguardare la cucina della tradizione, patrimonio identitario e luogo di relazione e integrazione sociale nel mondo; promuovere reciprocamente forme di turismo sostenibile; incoraggiare gli scambi di competenze e know how sui temi del presente atto; sostenere gli scambi commerciali di prodotti sostenibili.
Contestualmente alla sottoscrizione della ‘Carta di Reggio Calabria’, vi è l’intenzione, espressa dalle parti, finalizzata alla costituzione di un Tavolo di lavoro permanente che verrà ufficializzato nei primi mesi del 2025 e che avrà sedi fisiche nelle città di Reggio Calabria, Madrid e Città del Messico; della sottoscrizione parallela di un ‘Accordo trilaterale per la creazione dell’Associazione per la salvaguardia delle cucine tradizionali e popolari di Spagna, Italia e Messico’ che costituisca piattaforma scientifica di partenza per alimentare il dialogo e lo scambio tra i promotori della Carta di Reggio Calabria, favorendo un rapporto comparato tra gli stakeholder e le comunità di pratica dei tre Paesi e i contesti della cucine patrimonio Unesco nel mondo; della volontà di produrre, nel futuro, un documento programmatico che definisca le linee guida del progetto internazionale qui delineato.
“Siamo molto felici e contenti di questo percorso, quando si parla di una Carta che porta il nome della nostra città siamo consapevoli dell’importanza, dell’autorevolezza del momento storico che stiamo vivendo, soprattutto in relazione a uno scambio culturale con uno Stato come il Messico, con il quale abbiamo tantissimi punti in comune”. Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo nel corso dell’incontro. “Abbiamo l’idea – ha aggiunto – di condividere le nostre tradizioni, culture soprattutto per ciò che riguarda l’aspetto enogastronomico, puntando anche a condividere altri elementi che ci accomunano come comunità in ambito culturale. La nostra terra è abituata al confronto e alla condivisione e anche con il Messico c’è molto da imparare, rispetto alla una cultura ultramillenaria. Lo facciamo attraverso un legame offertoci dall’Unesco, ed a una serie di contatti e relazioni che ha portato avanti, in particolare, Patrizia Nardi”. “Siamo soddisfatti perché questa Carta – ha evidenziato il primo cittadino – rappresenta, senza dubbio, un punto di partenza dal quale potranno discendere anche altre attività che possono spaziare dall’educazione alimentare, come principale punto di contatto, ma che sicuramente – ha concluso Falcomatà – ci potranno consentire anche di sperimentare percorsi di crescita di carattere culturale, turistico, intorno a quello che è un minimo comune denominatore, ossia la cultura enogastronomica”.