“Cu nd’eppi ‘u focu campau, cu nd’eppi ‘u pani muriu”

Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella

Traduzione “chi ha avuto il fuoco s’è salvato, chi ha avuto il pane è morto”.

Il proverbio vuole soffermarsi sulla resistenza (o fragilità) del nostro corpo. Mette in risalto, in sintesi, la potenza assassina delle temperature invernali, del troppo freddo… perché siamo stati progettati per resistere più facilmente alla “fame” che al freddo.

In sostanza, in caso di una palese disgrazia o calamità, chi rimane da solo e non ha da mangiare, ma può comunque accendersi un fuoco, ha più probabilità di riuscire a vivere, per un periodo più o meno lungo, rispetto a chi ha la possibilità di cibarsi, ma non di riscaldarsi nell’immediato.

Senza mangiare possiamo vivere diversi giorni, con temperature basse invece si potrebbe verificare, in poche ore, quella classica situazione del “muriu pu friddu”, tipica dei luoghi che ospitano senza tetto ed emarginati in genere.