Invasa dai rifiuti abbandonati nelle strade, la città vive un momento di gravissimo disagio che rappresenta, purtroppo, l’epilogo di una situazione giunta al culmine della problematica dopo anni di mancanza di un’amministrazione incapace di garantire servizi prioritari come la gestione dei rifiuti.
Bisogna prendere atto di come la mancanza di un sistema che funzioni determina una gestione sempre in emergenza del servizio essenziale, creando disagi ai cittadini e costi maggiori alle casse pubbliche, senza una risoluzione dei problemi che vengono cosi soltanto sedati ed accantonati.
Eppure, che ci fosse una disfunzione nel sistema della gestione dei rifiuti, non è storia di questi giorni, ma rappresenta la punta di una criticità, da tempo, sotto gli occhi di tutti.
Proprio ad inizio anno, infatti, un comitato spontaneo promosso da persone distanti da qualsivoglia partigianeria politica, portò in piazza Italia centinaia di cittadini a manifestare con veemenza il pressappochismo di un sistema di raccolta malamente gestito.
Ma i vertici di palazzo San Giorgio, forse troppo impegnati nelle attività svelate dalle ultime intercettazioni e dagli avvisi garanzia che non vogliamo qui strumentalizzare ma che, al di là dei risvolti penali, rappresentano una cartina di tornasole dell’atteggiamento tenuto in questi anni dagli inquilini di palazzo San Giorgio, erano preoccupati più degli affari loro e di giocare al rimpallo delle responsabilità verso “altri” presenti e passati.
Adesso siamo al punto limite. Davanti a questo disastro, chi vuol proporsi come classe dirigente non può limitarsi alla protesta che, legittimamente, compete ai cittadini; le forze politiche e sociali devono fare uno sforzo anche di partecipazione e di stimolo per la risoluzione istituzionale di questa situazione.
Si attivino nelle sedi politiche opportune tutte le azioni utili per determinare l’uscita da questa situazione gravosa, chiedendo misure straordinarie per ripulire la città. Bisogna farlo, anche sostituendosi ad un ruolo che competerebbe al comune che oramai brancola nel buio; si convochi un comitato di igiene pubblica e si trovino nella Città Metropolitana quelle risorse necessarie per un progetto ambientale in grado di trasformare i rifiuti da problema in risorsa economica; sei anni persi e di questo progetto, nonostante la Regione saldamente a timone Partito Democratico, non si ha traccia.
Speriamo a questo punto che un cambio di rotta dalla Regione al Comune, seriamente alternativo a questa esperienza disastrosa per incapacità politica ed amministrativa, possa lavorare a questa serie e vitale prospettiva ambientale. Non è una questione di slogan o di qualche favore dispensato malamente, adesso questa è la realtà a Reggio, con una città al collasso sociale ed economico.
Bisogna scendere in campo per cercare di dare un contributo al futuro politico, pur consapevoli che non sarà facile né scontato.
Si lascino stare le schermaglie tattiche per la scelta di un nome, si discuta di come vincolare la Nuova Destra di governo ad un impegno determinato anche su queste priorità.
Bisogna tentare, con forza e fiducia.