Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella
La traduzione: “Fuori dal mio uscio (bizzolu: uscio di casa, che dava sulla strada, comunemente formato da uno o più gradini che fungevano da temporanea panchina, dove sostavano, per brevi chiaccherate, i vicini di casa o conoscenti di passaggio), pure se trattasi di mia sorella”.
Il proverbio nasce per proteggere la propria famiglia dall’influenza “sociale” di amici e soprattutto parenti.
L’uscio indica già una distanza… ma non abbastanza sufficiente da limitare l’intrusione nelle discussioni familiari, perché dall’uscio si riesce a sentre ogni vocio e magari fraintendere.
Il riferimento alla sorella tende a mettere i paletti affettivi…
a) di solito si hanno buoni rapporti tra fratelli e sorelle, fin quando non subentrano affetti nuovi, spesso definiti “sangu ‘stranu, sangue estraneo”;
b) un ruolo diverso assumono i genitori, i quali sono degni del massimo rispetto e pertanto vanno ascoltati, tenuti in considerazione, qualunque sia il pulpito, non solo dal “bizzolu”.