Le riflessioni di Angelo Latella
Ve lo ricordate il bottone nero? Quello con la spilla dietro, che gli uomini si attaccavano alla giacca o al maglione, per indicare una condizione di lutto?
Negli anni ’80 circolava ancora. I parenti stretti del defunto, oltre a distribuirlo tra i familiari, usavano “omaggiare” anche amici e conoscenti che ritenevano veramente colpiti dalla perdita del loro caro.
Il bottone nero certificava uno stato di lutto, di dolore, come a voler giustificare azioni e comportamenti che non consentivano di essere se stessi: quando si sta attraversando un periodo di sofferenza, si è emotivamente vulnerabili.
Il bottone nero era anche simbolo di condivisione, il dolore veniva distribuito, e quindi “alleggerito”.
Oggi, tra “tumulazione avvenuta”, manifesti e condoglianze online, ti capita d’incontrare un sacco di gente triste, pensierosa, a dir poco depressa e non sai il perché.
Saranno senza soldi? Avranno problemi di salute? Nci muriu carcunu e non seppi nenti?
Buona domenica, e ricordate: la condivisione alleggerisce e, soprattutto, unisce.