Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella
Il mondo è meraviglioso, ma se aggiungessimo un punto interrogativo cosa ne verrebbe fuori?
Meraviglioso cantava Domenico Modugno ricordando il mare, il sole, la vita, l’amore. Vi invito a riascoltare quella canzone riproposta una decina d’anni fa, in una nuova versione, anche dai Negramaro.
Oggi, marzo 2021, di cosa ci meravigliamo? Proviamo per un po’ a mettere da parte la condizione Covid che stiamo attraversando. Meraviglia delle meraviglie , citando William Shakespeare, ad indicare tutto ciò che nella vita suscita motivo di “esclamazione”.
In dialetto reggino siamo propensi ad esclamare un “eh, chi succiriu! ” ogni volta che qualcosa di inaspettato si avvera.
Forse passiamo molto più tempo a lamentarci , a pensare cosa fare per raggiungere questo o quell’obiettivo, forse siamo sommersi dalla quotidianità, dalla consuetudine, dall’abitudine e quindi non troviamo il tempo per cercare le meraviglie, per meravigliarci.
Finiamo per confondere la meraviglia con una buona birra, o una carbonara, ma questa è solo golosità, desiderio, al massimo un piacevole peccato di gola. Il problema è che più tempo passa e più sembra diminuiscano le occasioni di meraviglia.
Mi sono fermato a pensare e la soluzione potrebbe essere proprio il rimettere in discussione la canzone di Modugno e il vero significato del meravigliarsi: non ci meraviglia più il sorriso di un bambino? L’amore di una donna? L’arcobaleno? L’aumento dello stipendio ? La raccolta della spazzatura? Un politico onesto?
Ecco, alla fine, le meraviglie sono un rivivere quotidiano delle bellezze del mondo, le bellezze della quotidianità, della semplicità.
Domani mattina, quando mi sveglierò, sarà facile meravigliarmi : per prima cosa dirò “anche oggi sono qui”.
Poi aprirò la finestra e mi meraviglierò per il nuovo sole, bacerò mia moglie e mia figlia meravigliandomi e gioiendo per averli accanto anche oggi.
Farò lo stesso la sera prima di andare a letto: meraviglia delle meraviglie, anche oggi mi addormenterò. L’assenza delle meraviglie è dovuta alla convinzione che tutto c’è dovuto, ogni giorno, ogni istante.
Non è così, niente c’è dovuto, nemmeno il dolore, per essere precisi.