La riflessione di Angelo Latella
La riflessione di oggi prende spunto da quella della scorsa settimana (il bene e il male) a cui ho aggiunto l’argomento clou della settimana: il Festival di Sanremo.
Secondo me, anche in questo caso, bisogna creare la giusta e importante distanza che esiste tra sesso e amore, o se preferite, tra sesso e sesso per amore.
Il primo è una dotazione di “natura”, siamo nati con questo desiderio, con questa tendenza, forse anche perché progettati per procreare (ricordate quel crescete e moltiplicatevi?).
E potrebbe rientrare in tanti altri desideri simili,e scusatemi per il paragone, come il cibarsi. Si desidera la carne sia cotta che cruda. In entrambi i casi è necessario però avere appetito, avere desiderio.
Raramente ci sediamo a tavola senza appetito, o facciamo sesso senza un minimo di attrazione, desiderio. Il secondo, il sesso per amore, invece, è più elaborato, impegna i sentimenti, è più completo, più “originale”…
Ci desideriamo pienamente, mi attrae il tuo corpo, il tuo essere, il nostro esistere. Non è mia intenzione toccare l’argomento fede, perché potrei ironicamente dire che “cu futti e cu non futti, u Signuri pirduna a tutti”, la fede comunque aiuta, ti da delle direttive e ognuno poi sceglie liberamente. Vorrei però fare chiarezza sulla libertà.
Al festival di Sanremo ho visto e sentito tante cose che conducono più al sesso che all’amore. I giovani vanno educati a distinguere i due volti del sesso: non è mostrando o disegnando le parti migliori della donna (o dell’uomo) che si è liberi. Svendere non è libertà. Il sesso fine a se stesso, non libera, sazia momentaneamente e può rendere pure schiavi.
In Iran e Afgnistan, per esempio, la donna lotta per essere libera di guidare l’auto, di andare a scuola, di camminare senza veli, non certo per sfilare nuda, quando gli pare e piace.
Buona domenica.