Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella
Oggi riflessione dedicata al mondo del lavoro…jva e viniva e cuttuni cugghiva, a completare la cantilena scioglilingua, che vorrebbe evidenziare di per sé, quante volte il lavoro potrebbe rendersi monotono.
Qualcuno ha detto “fai il lavoro che ti piace e non lavorerai mai”, a sottolineare che faticare a proprio piacimento non stanca o stanca molto di meno.
In questa categoria rientrano per esempio i calciatori, e tutti quelli che sono riusciti a trasformare un gioco in lavoro. Ma anche il medico, l’infermiere, il camionista, il fruttivendolo, tutti quelli che hanno “scelto” liberamente e appassionatamente il proprio mestiere.
Ma abbiamo mai provato ad immaginare una vita senza lavoro (lavorare)? Come trascorrere la giornata, il mese, gli anni, senza alcun impiego?
Al primo posto, la fortuna o meno di appartenere ad un contesto familiare economicamente adagiato, e quindi senza l’incombenza dei bisogni di base (alimentazione, servizi vari, assistenza sanitaria), e in qualche modo il tempo lo “ammazzi”, tra TV, Facebook e Radio Italia.
Al secondo posto, la sfortunata ipotesi di essere comunque considerati “poveri, bisognosi”…di tutto, di alimenti, di attenzioni, di conforto, e quindi di “ammazzare” il tempo non hai alcuna voglia.
Ecco che l’importanza del lavoro assume il suo vero ruolo: principale fonte di sostentamento familiare e sociale. Perché è da considerarsi lavoro quello che è giustamente ed equamente retribuito…il resto assume altri nomi: nero, contributo, regalo, reddito, pensione, vincita. Ma avete mai pensato al contrario? Una vita trascorsa a lavorare? Ed è subito sera…?
Conclusione. Io credo che bisogna raggiungere gli equilibri, bisogna ridistribuire la giusta posizione del lavoro, la giornata lavorativa non più 3×8 ma 6×4 ; la pensione a quota cento? No, la pensione senza quota, se hai lavorato per 35 anni e se non sei più un atleta, puoi scegliere se continuare o no ; il reddito di cittadinanza?
Preferivo i lavori socialmente utili; le pensioni percepite? Andrebbero rivalutate annualmente in funzione del costo della vita e dell’ ISEE. La Repubblica è fondata sul lavoro, aggiungerei di tutti, il lavoro nobilita l’uomo, e il medico che ti dice di riposarti sa che hai lavorato più del dovuto.
Buona domenica…a proposito, il settimo si riposo’.