di Grazia Candido (foto Antonio Sollazzo) – Per festeggiare i 40 anni di Catonateatro, la Polis Cultura non poteva che portare in scena l’intramontabile opera di Giuseppe Verdi, l’Aida, un vero capolavoro lirico che esplora l’amore, la lealtà e il tradimento imponendo nelle sue potenti arie, cori che lasciano il pubblico sempre senza fiato.
In un teatro “Francesco Cilea” gremito, contesto che ne esalta la grandiosità, venerdì sera (e si replica anche oggi pomeriggio alle ore 18) è stata riprodotta fedelmente grazie alla regia di Stefano Trespidi, all’epoca assistente del maestro Franco Zeffirelli e oggi vicedirettore artistico della Fondazione Arena di Verona, una splendida produzione all’insegna della musica e del dramma. Sotto l’attenta direzione di Filippo Arlìa con l’Orchestra Filarmonica della Calabria e l’imponente Corpo di ballo che segue passo dopo passo il Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa, la storia snoda e consolida binomi quali solennità ed esotismo, trionfo e dramma dilaniante, vendetta e pentimento.
Ma su tutto, si impone quel messaggio universale di pace senza tempo che convive nella superba partitura di Verdi. Gli spettatori sono stregati dall’eloquenza intima e bruciante della storia e non possono che applaudire quel talento autentico e innovativo. Ci sono opere che rimarranno per sempre legate al nome del maestro fiorentino Zeffirelli e l’Aida è una di queste. Impossibile non rimanere colpiti dalla possente scenografia con i suoi raffinati fondali dipinti e i costumi minuziosamente studiati, disegnati e realizzati per evocare l’antico Egitto.
E poi, un cast omogeneo nella composizione artistica, abile a costruire passione e sentimento sulla scena. Il direttore artistico Lillo Chilà con questa riproduzione ha sicuramente donato alla città di Reggio Calabria una singolare opportunità culturale dove fascino, emozione e magia sono stati il “passaporto virtuale” per un viaggio nella grande musica.