La riflessione dell’editore di Angelo Latella
Il maneggiare denaro. Io ho provato a riflettere sostituendo il denaro con qualunque altro “avere”.
E’ venuta fuori una piccola poesia. Chi ha il vino, lo beve tranquillamente, chi ha il camino, lo accende facilmente, chi ha la bici, pedala felicemente, chi ha la Ferrari, corre spericolatamente, chi ha l’orto zappa profondamente… poi mi sono fermato perché mi sono reso conto che il pensiero mi portava comunque e sempre all’avere materiale.
Il denaro era sostituito dalle cose, quindi io ho, potrebbe significare io sono? Io sono quello che ho? Per alcuni, direi per tanti, potrebbe essere cosi, e mi viene in mente un altro detto “cu è Papa, papia”.
In realtà sappiamo che non sempre è così, non sempre siamo quel che abbiamo. Chi ha un bel paio d’occhi deve ringraziare qualcuno? Come colei che ha un bel sederino? Chi ha dei figli, non è ricco? Megghiu riccu di sangu ca riccu di dinari.
La mia riflessione oggi verte sui verbi più usati, non credo solo in Italia, l’essere e l’avere. Chi ha l’intelligenza, cos’è? E chi non l’ha? Chi ha l’amore, ha bisogno di altro? Chi ha, o è, fortunato? Che domanda si pone?
Conclusione: Lui ha detto “chi dite che io sia”? Ed io aggiungo, noi siamo sicuramente uomini, alcuni bravi, alcuni intelligenti, altri belli e tanti “brutticeddi”, molti espansivi, altri avari, alcuni cattivi, altri Santi…siamo una miriade di uomini, ma credetemi, ognuno di noi è ricco perché è un pezzo unico, ogni singolo uomo vale tantissimo solo perché è un uomo.