Parola d’ordine? Educare

Le riflessioni di Angelo Latella

In questi giorni, ma il problema si trascina da decenni, si sente parlare molto di “scostumati e maleducati”.

Episodi di incresciosa violenza (fisica e morale) hanno risollevato la questione”educazione”.

Si sente, o si scopre, l’esigenza di fare un passo indietro sui metodi educativi, di ritornare ad essere genitori, insegnanti, operatori, preti, “vecchio stampo”, ossia presenti, attenti, vigilanti, che promuovono valori e ideali, che dispensano regole di vita “sociale”, di rispetto proprio e altrui.

Ci troviamo nei casini perché non esistono più i “ciao, grazie, come stai? Posso? Scusa, non lo faccio più, dove sei stato, con chi, a che ora pensi di rientrare, hai studiato? Hai aiutato mamma, papà? Hai litigato con qualcuno?”…

Ci troviamo nei casini perché non pretendiamo più di sapere, perché non pretendiamo più il rispetto di regole fondamentali, perché stiamo cominciando a non parlare più con i figli.

Ci consola forse, e in malo modo ci inorgoglisce, il pensiero che siano figli nostri, sangue del nostro sangue, e quindi incapaci di fare grandi o piccole fesserie, figli chi “nasciru ‘mparati”, che non hanno bisogno di consigli, di suggerimenti , di “vigilanza”.

Bisogna fare un passo indietro, forse anche due, rimboccarsi le maniche e cominciare ad educare, a spiegare cos’è l’uomo, cos’è la terra, cos’è il cielo, e cos’è la società, poi, forse, potremo cominciare a parlare d’altro, di fratellanza e d’amore.

Buona domenica… spero non siano parole “chi si leva ‘u ventu”.