E sono due. Due domeniche di seguito senza avere un filo d’acqua pubblica che scenda dai rubinetti delle abitazioni dei cittadini del popoloso rione di Tremulini, quartiere della città Metropolitana di Reggio Calabria.
Ma l’interruzione del pubblico servizio non si ferma certo alla sola giornata di domenica. Eh no perché, appunti alla mano e cronologia delle interruzioni ultime, la situazione è vecchia e ormai abbondantemente vissuta nei decenni dai reggini, continua da mesi a verificarsi a giorni e orari imprevisti e improvvisi interrompendo di fatto l’erogazione del prezioso liquido nelle case con frequenze sempre più vicine nel loro manifestarsi.
Una situazione di disagio ma anche di impotenza che il povero cittadino deve sorbirsi senza sapere del come e del perché abbia potuto causare l’ennesima, continua, esasperante interruzione d’acqua.
Interruzioni – sottolinea qualcuno – che ormai per il loro susseguirsi non vengono più neanche segnalate come qualche volta, anche se raramente, accadeva.
Segnale preoccupante questo che fa intuire come probabilmente qualche meccanismo sia saltato nel controllo della gestione dell’erogazione dell’acqua causando per ciò i continui patimenti vissuti dalla popolazione delle zone interessate.
Valvole bruciate, pompe di sollevamento saltate, tubature di acqua rotte di continuo, perdite sotterranee e altro altro altro ancora, sono le risposte che il cittadino deve sentirsi ripetere sulle “possibili” cause della solita interruzione di fornitura.
Neanche la tanto proclamata e sospirata acqua proveniente dal “Menta” sembra, come appare evidente, avere messo fine ai continui tagli nella fornitura d’acqua.
Eppure, alla faccia dell’avvilito contribuente che paga bollette salate pur nonostante manchi di continuo ciò per cui esso avrebbe diritto di ricevere degno e giusto servizio, nessuno si preoccupi di esporsi in prima persona per spiegare una volta per tutte al provato cittadino cosa succede e a cosa è dovuta questa ignobile condizione di mortificante disagio.
In maniera aperta, con sincera, chiara e doverosa spiegazione verso chi vive da solo senza possibilità di approvvigionarsi, verso chi non è autonomamente fisicamente capace di potersi muovere, verso i tanti e tanti anziani che vivono in solitudine tra acciacchi e il peso dei loro anni.
Verso gli ammalati, soprattutto di quelli allettati che patiscono tutto questo tra la disperazione, l’amarezza e le numerose difficoltà di chi li assiste in questa assurda e deplorevole condizione di perenne disagio che perdura da decenni nell’alternanza di chi credeva di avere il potere di cambiare l’evolversi dei cicli storici che hanno segnato il passato di Reggio Calabria, Città Metropolitana.
Guglielmo Rizzica