“Perfetti sconosciuti”, straordinaria performance al Cilea

di Grazia Candido – Una cena tra amici nella quale ognuno snocciola il proprio quotidiano e l’inizio di un gioco rischioso, mettere sul tavolo tutti i cellulari condividendo le chiamate e i messaggi  durante il pasto serale, è il passepartout per aprire le porte di una vita consapevole. Segreti, bugie, tradimenti prendono forma per ognuno dei protagonisti, tutti perfetti sul palco e soprattutto, in totale simbiosi.

Una piacevolissima serata ieri sera, al teatro “Francesco Cilea” grazie alla Polis Cultura del direttore Lillo Chilà che incastona nel cartellone artistico “Le maschere e i volti”, la commedia “Perfetti sconosciuti” (e si replica questa sera alle ore 21) portando in riva allo Stretto l’eccezionale cast composto dai travolgenti e magnetici Dino Abbrescia, Alice Bertini, Paolo Briguglia, Paolo Calabresi, Lorenza Indovina, Massimo De Lorenzo, Valeria Solarino. Quello che spicca già dai primi minuti, è la complicità tra gli attori talmente vera che sembra di essere ad una cena tra amici. Il pubblico è coinvolto in quella storia ambientata in una casa dove si snodano le vicende tra il salone, la cucina, il bagno e un balcone immaginario. Risate e continui colpi di scena rimarcati dal graduale passaggio dalla luce netta all’ombra, lasciano spazio ad ognuno di riflettere su come il cellulare abbia davvero mutato se non stravolto la vita dell’essere umano diventato un dipendente di quella “scatola nera”.

E poi, quelle frasi che ogni coppia almeno una volta ha posto come trofeo della propria relazione: “Bisogna imparare a lasciarsi” o “Siamo tutti frangibili” e ancora, “Se ami qualcuno lo proteggi, da tutto”. Tra risate e momenti di suspense si passa dal drammatico al comico, grazie ad interpretazioni mirate a rendere partecipe lo spettatore nel “qui e ora” teatrale. La narrazione è dinamica e il ritmo è talmente serrato che non c’è nemmeno il tempo di potersi distrarre.

La diversità tra uomo e donna è sempre in discussione, sono come “Pc e Mac. L’uomo è Pc, costa poco, si becca i virus e può fare una cosa alla volta. Le donne invece sono Mac, intuitive, veloci, eleganti. Costano un botto e sono compatibili solo fra di loro. Ma, creano dipendenza”.

Ritrovare il contatto con le proprie emozioni, con il proprio cuore, cercare di non perdere la “chiave” della verità e rimanere fedeli a noi stessi, ci permetterà di vivere una esistenza vera, responsabile, matura. L’attenzione è sempre alta anche nel finale quando sulle note “Perfetti sconosciuti” di Fiorella Mannoia, si ha la consapevolezza che nessuno riesce a conoscere sino in fondo il proprio partner e che la tecnologia se da un lato ha migliorato la vita lavorativa, dall’altro ha destabilizzato i rapporti umani. Sicuramente, il regista Paolo Genovese nel portare a teatro un riadattamento del film entrato nel Guinness dei primati per il numero dei remake realizzati nel mondo, ha rischiato tantissimo ma, non sbagliamo a dire che con questa versione, si porta a casa una vittoria netta. Certo, usciti dal teatro in molti si sono fatti la domanda: “Ma tu, lo faresti questo gioco?”. Tra occhi sgranati e sorrisi sornioni, la risposta è netta: “Assolutamente no”.