Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella
La traduzione è “porci e bambini, come li educhi te li ritrovi “.
Verrebbe da dire “ma che brutto proverbio”, paragona il bestiame alla prole.
Adesso però analizziamolo bene, partendo dal maiale, o come dice il proverbio, porco. Sappiamo che per natura ama due cose in particolare, vivere nella sporcizia (nel fango, nel proprio “fumeri”) e mangiare molto, anzi la qualunque, fregandosene del suo stare nella “puzza”.
Se il nostro interesse di “allevatori” è quello di investire, nella qualità e nella salute, nostra e del maiale, faremo di tutto per tenerlo in un ambiente pulito e per fargli mangiare cose salutari e di sostanza. In concreto, daremo delle regole al maiale che volendo o no, dovrà rispettare.
I bambini, sotto alcuni aspetti sono simili, non amano lavarsi spesso, si sdraiano incuranti tra pavimenti e strade polverose, e mangerebbero senza alcuna regola ne d’orario e ne di quantità – qualità. Quindi?
Bisogna educare bene i figli, fargli capire l’importanza dell’igiene, dell’alimentazione e del rispetto altrui, affinché non assomiglino ai maiali, zozzi , grassi e senza rispetto alcuno (la cosiddetta, mancanza di buona educazione).
Proverbio simile? “Dimmi i cu si figghiu e ti dicu cu si “… dimmi di chi sei figlio, e ti dirò chi sei.