Le riflessioni di Angelo Latella
La riflessione di oggi nasce da due episodi molto simili, due bestemmie, ascoltate, o se preferite “sentite”, nell’arco di un paio di giorni.
Devo premettere che era da molto tempo che non sentivo bestemmiare, per lo meno nelle zone da me abitualmente frequentate.
La prima, rivolta alla Madre celeste, nasceva nel contesto di una partitella a pallone improvvisata, la seconda a conversazione telefonica “terminata” ed era rivolta al Bambinello.
Entrambi gli autori erano (sono) giovanissimi, adolescente il primo, poco più che ventenne il secondo.
Mi sono messo a ragionare, perché si impreca, si bestemmia, nel 2023? Perche è tornato di moda? Perché rende fighi? O sempre per quella maledetta abitudine?
Si “calano” Madonne e Divinità varie per un tiro in porta andato fuori durante una partitella dove nemmeno le scarpe t’eri cambiato, o per un “amico” che dall’altro lato del telefono non la pensa come te?
Possibile che la bestemmia sia terapeutica? Si sta meglio dopo aver bestemmiato? Perché le nostre frustrazioni sono sempre colpa di qualcosa o qualcuno? Addirittura di chi non è nemmeno umano? È comodo o facile o sbrigativo, prendersela con Dio? Non lo temiamo, anzi ci sentiamo così coraggiosi da far paura?
Conclusione. Spero che i due giovani peccatori, siano in qualche modo coscienti del loro bestemmiare, siano dei credenti allo 0,5 %, delusi dall’andazzo della loro triste quotidianità… e imprecatori veramente occasionali, che comunque si riconoscono figli di un Creatore buono, tanto buono da amarli ugualmente… altrimenti, alle prime difficoltà “importanti”, mancanza di lavoro, mancanza d’affetto, problemi di salute, diventeranno bestemmiatori seriali, antagonisti dei Rosari Santi e soprattutto destinati al nulla, all’infelicità eterna.