Quando la povertà non stressa molto…

La riflessione domenicale di Angelo Latella 

Oggi, tralasciando la Befana di stasera, riflessione post festività legata a pranzetti e cenoni ma anche alla normale quotidianità.

Partiamo da qualcosa che è diventata un vero “problema” e che risponde alla domanda: “chi si mangia oggi?”

Questa domanda è motivo di angoscia, di ansia, di preoccupazione, soprattutto perché non nasce (sempre) da una situazione di disagio economico: ci ritroviamo i soldi per poter comprare la qualunque eppure non riusciamo a decidere con facilità, con semplicità.

Passate le feste, dove ci si aggrappa a menù più o meno tradizionali, il “chi mangiamu oggi” rientra tra le soluzioni più complesse per tutti, ricchi e poveri.

Mentre il povero (nel senso stretto della parola) risolve la faccenda in breve tempo, perché fa i conti con ciò che ha in tasca e comincia ad escludere parecchie pietanze, il ricco rimane bloccato dalla vastità della scelta, si confonde tra “mangiammu carni jeri, puru oj? “, Il pesce? E chi lo pulisce? Verdure? Come ? Grigliate ? ‘A pasta? Tutti i giorni no ! U risu?

Non mi piaci. Ndu patati fritti? Mi ammazza il dietologo! Ho voluto aprire questa domenica uno spiraglio dedicato ai problemi che dovrebbero farci sorridere, e invece ci angosciano, diventano motivo di animate discussioni, di stress.

In sintesi, c’è gente a questo mondo che ha un solo problema e la sfortuna che sia pure quotidiano: chi si mangia oggi?