Detti e proverbi di Calabria… liberamente narrati da Angelo Latella
La traduzione in lingua italiana sarebbe “Quando l’asino non vuole bere, è inutile che gli fischi”.
Sono tanti i proverbi calabresi che hanno per protagonista l’asino, cercheremo nel corso di questa rubrica di analizzarli tutti.
Fischiare all’asino era (ancora lo è?) un modo per attirare con più facilità la sua attenzione. L’asino sente il fischio e si avvicina…e se lo porti vicino alla fontana capisce che “dovrebbe” bere per meglio affrontare le fatiche della giornata.
Ma l’uomo beve se non ha sete? Perché dovrebbe farlo l’asino? Vagli a spiegare che è per il suo bene “rifornirsi” d’acqua, perché durante il viaggio di “lavoro” non c’è la certezza di trovare altre fontane…e il sudore non lo risparmierà.
Ora sostituiamo all’asino un amico fraterno oppure un politico, un conoscente, un vicino di casa, a cui chiediamo una cortesia, un favore, un intervento personale o collettivo, che però tarda ad arrivare, anzi non arriva per niente.
Che facciamo? Ci domandiamo se ha capito e per sicurezza rifacciamo la fischiata più volte. Se la cortesia continua a non essere soddisfatta, deduciamo che “l’asino non ha sete…”.
Ed è allora che smettiamo di fischiare, perché per fischiare ci vuole fiato, almeno risparmiamo quello.
La morale? Le cose si fanno se si ha la voglia di farle. Non si può bere solo per il desiderio altrui.