I Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, supportati da quelli dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, oltre che dal personale del Gruppo Operativo Speciale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, hanno effettuato un’attività molto incisiva sul territorio comunale di Gioia Tauro per reprimere i delitti concernenti i traffici illeciti delle armi clandestine che, oltre ad alimentare il mercato nero, costituiscono il presupposto per la commissione di tutti quei delitti che possono essere considerati di esclusivo appannaggio della criminalità organizzata. L’operazione ha avuto un riscontro assolutamente positivo, tanto che si è conclusa con il sequestro di quello che possiamo definire un vero e proprio arsenale e l’arresto di 2 pregiudicati.
Le attività di ricerca si sono svolte con il controllo di abitazioni e terreni, che sono stati setacciati in maniera minuziosa anche attraverso gli scavi effettuati con i mezzi messi a disposizione dai Vigili del Fuoco. In pratica abitazioni, garage, rimesse, fondi agricoli, terreni incolti e zone adibite alla custodia degli animali, controllati in ogni loro recondito nascondiglio, con l’obiettivo di trovare quelle armi che potevano rappresentare gli strumenti di intimidazione della criminalità organizzata.
I risultati di questa operazione, dove sono stati impiegati numerosi Carabinieri, sono stati di assoluta rilevanza e rispecchiano la pericolosità della criminalità locale che continua, purtroppo, a poter contare sulla disponibilità di armi e munizioni dal diverso potenziale balistico, in maniera da poterle adattare ad ogni contingenza criminale.
Nel complesso, i militari dell’Arma impiegati nelle operazioni sono riusciti a sequestrare due fucili, di cui uno a pompa connotato dall’impressionante potenziale balistico, quattro pistole semiautomatiche, due revolver e centinaia di munizioni. Tutte le matricole delle armi erano state rimosse e, pertanto, queste per la Legge sono considerate di natura clandestina. Il materiale balistico recuperato dai Carabinieri riguarda anche di pezzi e munizioni per il famigerato mitragliatore russo Kalashnikov oltre a diversi silenziatori per armi lunghe e corte. La necessità di detenere i soppressori di rumore per le armi da fuoco, trova la sua ragione nelle esigenze della criminalità organizzata, orientata a porre in essere agguati e intimidazioni attuando ogni possibile precauzione per ostacolare le indagini.
L’arsenale in questione è stato recuperato in diversi siti disseminati per la città, ad esempio, all’interno di un locale adibito all’allevamento intensivo dei conigli, dove in uno dei classici contenitori a tenuta stagna per custodire le armi sotto terra, i Carabinieri sono riusciti a recuperare un silenziatore da arma lunga, una pistola con matricola abrasa, alcune componenti del fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come «Kalashnikov», e centinaia di proiettili di vario calibro, anche da guerra. In un garage di un’abitazione, all’interno di un vecchio forno in disuso, accatastato tra i rifiuti, è stato recuperato il fucile a pompa cal. 12 con la matricola punzonata, oliato e pronto per il suo potenziale e devastante impiego.
In un altro sito ancora, all’interno di un capannone in lamiera, apparentemente dismesso, sono state rinvenute due pistole cariche e in perfetto stato di conservazione, anch’esse private di ogni riferimento matricolare. Anche la cuccia di un aggressivo «pitbull» era stata considerata il luogo ideale per nascondere le armi clandestine, tanto che nelle sue componenti strutturali sono state recuperate altre tre pistole con la matricola abrasa.
Per i reati connessi alla detenzione illegale e clandestina di armi, i militari hanno dichiarato in stato di arresto il trentottenne C.R. ed il sessantacinquenne G.A., già gravati da precedenti penali, i quali sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Palmi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di Palmi, che coordina le indagini.