La città “brucia” e “soffoca”; tra tonnellate di rifiuti e la colpevole ignavia politico-istituzionale.
Da mesi denunciamo quello che, a nostro avviso, è divenuto per molti delinquenti un vero e proprio “sistema” speculativo sull’emergenza.
Approfittando di queste abnormi difficoltà logistiche c’è Chi smaltisce in modo illecito in collina ed in periferia e poi brucia tutto.
Salgono con furgoni (cosa da noi stessi documentata) o con camion (addirittura), sia con il “favore delle tenebre” che in pieno giorno, buttando in ogni angolo quantità impressionanti di rifiuti raccolti addirittura a pagamento (a quanto pare) dalle zone centrali.
Succede a Sala di Mosorrofa come a Nasiti, Vinco, Terreti, Pietrastorta, Pellaro, San Gregorio, Villa San Giuseppe e molti altri luoghi.
Uno scenario da “terra dei fuochi” che non avremmo mai voluto immaginare.
A ciò si aggiungono, scelleratamente, i “blocchi stradali” ad opera di “cittadini esasperati” che, tuttavia, arrecano un danno doppio: sporcare di più e mettere a rischio interventi di mezzi di soccorso in caso di emergenze di salute.
La situazione delle discariche regionali non sembra volersi sbloccare e tutti i comuni della città metropolitana entrano in sofferenza (nel migliore dei casi) o in una ingestibile emergenza.
Lo stato di caos facilita, da sempre, gli affari illeciti e lo sciacallaggio; quando c’è puzza di “morte” compaiono le bestie che si nutrono di cadaveri.
Condividendo l’istanza dell’associazione “Libera” abbiamo auspicato anche noi l’intervento dell’esercito, non solo per rimuovere le migliaia di tonnellate di rifiuti su strada ma anche per una funzione di controllo fino a regolarizzazione o trasformazione radicale del servizio.
Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del Sindaco sullo scenario che si è creato perché ne sposiamo pienamente l’analisi politica: c’è Chi sta giocando sporco sulla pelle della nostra città.
Mentre Reggio sprofonda la Santelli si affanna ad aprire discoteche e parlare ancora della barzelletta elettorale del “ponte sullo Stretto”; uno dei tanti intollerabili modi per non affrontare questa indecorosa situazione dei rifiuti.
La città metropolitana (a seguito di un incontro a tema con i sindaci dei comuni reggini) ha stipulato un unico contratto per il conferimento dei rifiuti a inizio anno proprio per ovviare a rallentamenti burocratici ed intoppi logistici nell’espletamento di questo servizio essenziale. Sono stati individuati Sambatello e Crotone; in attesa del completamento di Melicuccà che dovrebbe garantirci piena autonomia dalla regione.
Crotone non c’è; Sambatello non può smaltire tutto e la Regione ci fa spedire in Puglia (con tanto di spese aggiuntive per viaggi ecc..)!
Dopo un mese e mezzo il silenzio più totale; la più grande città della Calabria, secondo la Santelli, non merita altro che sprofondare nel degrado, nell’emergenza sanitaria ed in quella sociale!
Vogliamo pensare male ma l’impressione chiara è quella di usare lo strumento infimo dell’abbandono di Reggio all’emergenza ed al degrado per bruciare il principale avversario al cospetto dell’opinione pubblica e “costringerlo” ad una resa.
A quel punto si annuncia il “salvatore” di Reggio nelle vesti del candidato a sindaco del Cdx ed il gioco (sulla pelle dei cittadini) è fatto.
Un tentativo, a nostro avviso, palese e malsano che maleodora più della spazzatura che c’è per strada. Esperimento già effettuato quando Scopelliti decadde dal ruolo di Governatore.
Ricordiamo, per gli smemorati, che la Calabria vive ormai da decenni in uno stato di piena emergenza nel settore rifiuti; condizione che è divenuta humus per il malaffare ndranghetistico, per i profitti privati e per lo scempio ambientale.
Ricordiamo, ulteriormente, che già sotto Governo Scopelliti (per quasi tutto il 2013) siamo andati avanti a proroghe di “emergenze” senza metter mano seriamente ad alcuno strumento di pianificazione. Ad inizio del 2014 fu pubblicato il bando per nuovi impianti che mai è andato in porto proficuamente. Anche sotto Oliverio la musica non è cambiata e nessun provvedimento serio ha voluto (si tratta di volontà amministrativa) porre fine a questa apocalisse. Proprio a febbraio del 2014 testate nazionali fecero girare le immagini di una Calabria sommersa dai rifiuti; c’erano i cassonetti e non c’entrava assolutamente nulla il “porta a porta”: aveva “semplicemente” chiuso Pianopoli.
Il problema è strutturale e riguarda un intero sistema regionale.
Se è vero che i Comuni (soprattutto quelli piccoli) riescono spesso ad individuare ed adottare soluzioni ottimali è vero anche che un territorio così vasto come quello del comune di Reggio merita un ragionamento a sé che proceda con una trasformazione capillare di ogni anello della filiera con una visione precisa e chiara dei risultati e dei mezzi necessari.
Non è ammissibile che si usi questa emergenza per una vergognosa ed indecente campagna elettorale (da destra a sinistra passando per il 5 stelle) contro il Sindaco al quale, attraverso questo problema, si vogliono far pagare altre cose; forse Tutto.
Lo riteniamo irresponsabile e mortificante per la città; vorremmo riconoscere il comportamento del “buon padre di famiglia” in modo trasversale in tutte quelle forze che si candidano a governare questi territori. Evidentemente in troppi amano più le proprie ambizioni che non Reggio.
Ha ragione Falcomatà ad indignarsi, finalmente, e a definire inaccettabili questi comportamenti strumentali che affossano ulteriormente se non definitivamente la nostra comunità.
Si devono correggere molti errori di valutazione (alcuni anche sostanziali) ma come movimento politico non ci tiriamo indietro ed accogliamo con serietà e responsabilità l’appello del Sindaco.
Siamo disponibili immediatamente ad incontrarci (con i referenti del Settore Ambiente) per proporre interventi e collaborazione sia per l’emergenza che la riprogrammazione di tutto il comparto ambientale ripartendo dall’estromissione definitiva degli interessi privati dalla gestione di ogni servizio pubblico.
Siamo nati sulla difesa dei “beni comuni” e non di percorsi politici individuali.
Il bene di Reggio è la più forte e coerente rivendicazione politica di cui ci facciamo carico.
La nave non l’abbandoniamo.