Oggi, alle ore 11.00, nella splendida cornice della Piazza Castello di Reggio Calabria, si è svolta la ricorrenza del 170° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, alla presenza del Signor Prefetto dr. Francesco Messina – direttore Centrale Anticrimine – e delle locali autorità militari, civili e religiose.
Per onorare i Caduti della Polizia di Stato, stamattina, il Signor Prefetto Francesco Messina – direttore Centrale Anticrimine, il Signor Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, dr. Massimo MARIANI ed il Signor Questore della Provincia di Reggio Calabria, dr. Bruno MEGALE, hanno deposto una corona d’alloro presso la lapide collocata all’ingresso della Questura.
Nel corso della manifestazione sono stati premiati i poliziotti che si sono distinti in operazioni di servizio.
Per l’occasione nell’area adiacente alla piazza Castello sono stati allestiti alcuni stand illustrativi delle attività istituzionali della Polizia di Stato.
#Essercisempre, il popolare hashtag della Polizia di Stato, ben identifica lo scopo dell’iniziativa: condividere la ricorrenza con i cittadini, ai quali è rivolto l’operato quotidiano delle donne e degli uomini della Polizia di Stato.
Durante la cerimonia l’Orchestra Giovanile di Fiati “Giuseppe Scerra” di Delianuova, diretta dal Maestro Gaetano Pisano ha eseguito 8 brani tra cui due del Maestro Morricone ovvero Moment for Morricone e Morricone’s Melody, Dynamic Concert di Michele Magnani e l’Halleluja di Leonard Cohen.
A fine manifestazione, l’artista reggina Luisa Malaspina ha donato alla Questura un dipinto realizzato dal vivo in piazza Castello e dedicato alla ricorrenza odierna.
Discorso Questore Reggio Calabria
Sig. Prefetto, Autorità tutte, autorevoli esponenti della magistratura e delle istituzioni religiose, colleghi delle Forze di polizia e militari, illustri rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacale ed associazionistico reggino, donne e uomini della Polizia di Stato, gentili ospiti, vi ringrazio per essere intervenuti alla celebrazione della fondazione della Polizia di Stato, la vostra presenza rende ancora più solenne l’odierna manifestazione.
Un caloroso saluto al Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, la cui presenza oggi a Reggio Calabria testimonia l’attenzione e la sensibilità del Dipartimento della Pubblica Sicurezza per le dinamiche di questo territorio.
Per la ricorrenza del 170° anniversario abbiamo scelto la cornice del Castello Aragonese di Reggio Calabria, che simboleggia la difesa strategica della città a voler evocare il ruolo della Polizia di Stato quale baluardo per la tutela della comunità.
Celebrare il nostro anniversario in questa sede è anche l’occasione per onorare la storia, l’arte e la bellezza di questa terra e della sua gente. Un grazie sentito va quindi all’amministrazione civica cittadina per aver consentito l’utilizzo di questa location.
La Polizia di Stato si batte quotidianamente affinché Reggio Calabria diventi una città libera da ogni tipo di condizionamento criminale. I risultati conseguiti ci confortano e ci spingono ad andare avanti con sempre maggiore entusiasmo.
Valori quali, il dovere, il senso di appartenenza, l’etica, che ogni poliziotto trasferisce nel proprio operato, preservano la forza e la coesione tra istituzioni e comunità. Valori per cui la Polizia di Stato ha subito negli anni, dolorose ed incolmabili perdite. Ai caduti in servizio, perenni suggeritori della nostra azione, ed alle loro famiglie rivolgiamo un forte e commosso abbraccio accompagnato dalle note del silenzio.
L’odierna manifestazione, finalmente in presenza, coincide con il primo anno e mezzo del mio mandato reggino, non posso quindi esimermi dal tracciare un sintetico bilancio dell’attività della Polizia di Stato in questo territorio e degli interventi a venire in tema di sicurezza e legalità.
Viviamo un periodo complesso in cui la comunità internazionale e l’Europa in particolare, già duramente provati dagli effetti della pandemia da Covid 19, sono chiamati ad affrontare le conseguenze di una insensata guerra, che ha portato indietro di decenni le lancette della storia, e le cui conseguenze sono già visibili in tutto il continente.
Lasciano sgomenti i massacri indiscriminati di civili perpetrati nella città di Bucha o la devastazione di Mariupol e Karkiv, e si avverte un generale senso di impotenza di fronte ad atrocità che mettono a nudo la fragilità delle istituzioni internazionali, ingessate nella scelta di adottare significativi strumenti per impedire derive belligeranti dagli imprevedibili esiti.
Milioni di profughi si sono riversati nel territorio europeo, dall’inizio della guerra l’Italia ha accolto oltre 100 mila ucraini, poco meno di un migliaio in questa provincia, la cui gestione nel lungo periodo, se dovesse mantenersi questo trend emergenziale, andrà inevitabilmente ad incidere sul sistema Paese, con inimmaginabili conseguenze una volta venuta meno l’onda emotiva del conflitto.
Questa crisi umanitaria sta impattando in un Paese segnato profondamente da due anni di privazioni e sofferenze, a causa della pandemia che, oltre ad un elevato tributo di vite umane, ha imposto draconiani condizionamenti al vivere quotidiano dei cittadini, richiedendo a tutte le forze di Polizia uno sforzo immane per garantire il rispetto da parte della cittadinanza delle limitazioni imposte durante il lockdown.
Il sacrificio e l’equilibrio della Polizia di Stato, hanno contribuito in maniera determinante alla tenuta del sistema Paese, sempre più sollecitato da pericolose derive populiste ed antidemocratiche, alimentate dall’aggravarsi della crisi che ha trasversalmente interessato tutte le categorie socio-economiche e solo in parte contenuta da interventi governativi di ristoro.
Un massiccio impiego di uomini e mezzi che, inevitabilmente, ha drenato risorse ad un territorio, quello della provincia di Reggio Calabria, in cui tutti i settori produttivi sono condizionati dalla pervasività della ndrangheta, una delle organizzazioni più strutturate nel panorama criminale, che proprio dall’attuale crisi economica trae nuove opportunità, potendo disporre di ingenti disponibilità di denaro e di immediata liquidità.
Nondimeno l’impegno al contrasto dell’operatività delle ndrine sia sotto il profilo investigativo/giudiziario, sia sotto quello preventivo di ablazione di patrimoni illeciti, ha dato in questi mesi significativi risultati, a testimonianza della professionalità e dell’impegno degli uffici investigativi della Polizia di Stato.
Risultati che sono stati possibili anche grazie ad una efficace, attenta e puntuale attività di coordinamento giudiziario della Procura della Repubblica, ed una equilibrata e sollecita definizione delle richieste cautelari della magistratura giudicante.
Al procuratore Bombardieri ed a tutta la magistratura reggina cui va il mio più sincero ringraziamento.
Le numerose e rilevanti operazioni della Squadra Mobile, con il concorso del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno consentito nell’ultimo anno l’esecuzione, in ambito nazionale ed internazionale, di oltre 100 misure cautelari in carcere per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, di soggetti legati ad importanti famiglie mafiose del territorio tra cui, per citarne solo alcune, i Pesce di Rosarno, I Molè di Gioia Tauro, i de Stefano/Tegano di Reggio Calabria ed i Pelle di Sann Luca.
Parallelamente e con altrettanta efficacia, la Divisione Polizia Anticrimine ha conseguito importanti risultati sul versante delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, che ha portato al sequestro di immobili ed attività commerciali riconducibili alla criminalità organizzata per un valore di oltre 22 milioni di euro ed alla proposta ed applicazione di circa oltre un centinaio di misure della sorveglianza speciale.
Sotto il profilo dell’analisi criminale le inchieste degli ultimi anni hanno evidenziato una straordinaria capacità della ndrangheta di adeguarsi alle mutate condizioni storico/economiche e di rinnovare i propri asset strategici, espandendosi stabilmente anche in altre realtà produttive anche transnazionali, pur mantenendo in questo territorio la centralità decisionale.
Affianco ai tradizionali e remunerativi settori di interesse quali il traffico di stupefacenti, le estorsioni o l’infiltrazione negli appalti pubblici e nell’economia legale, sono subentrati nuovi business come i giochi e le scommesse on line, o il commercio di idrocarburi, senza disdegnare le nuove tecnologie come nuova frontiera criminale.
Oggi la sfida è di indagare real-time le nuove dinamiche criminali, cercando di intercettarne i mutamenti. Si avverte la necessità di un cambio di passo nella Polizia Giudiziaria, con la specializzazione dei nuovi agenti, sotto il profilo dell’analisi criminale ma anche tecnologico.
Un primo importante step in questa direzione è stato fatto dalla Direzione Centrale Antcrimine, con l’istituzione Sisco in ambito interprovinciale, Squadre Investigative specializzate in fenomeni criminali complessi, direttamente dipendenti dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ma operative sui territori a più alta densità criminale anche in affiancamento alle Squadre Mobili.
Occorre, tuttavia, rendere più appetibili gli uffici investigativi stessi, che da tempo soffrono di un depauperamento qualitativo a causa di un repentino ricambio generazionale con perdita evidente di Know-How, prevedendo anche incentivi economici specifici, e partendo da realtà territoriali come quella reggina, più sensibile a queste dinamiche delinquenziali.
Nel periodo di riferimento le forze dell’ordine e la Polizia di Stato in particolare, hanno altresì profuso un enorme sforzo per la prevenzione sul territorio di crimini diffusi, prevalentemente di tipo predatorio, di crescenti episodi di intemperanza giovanile e di reiterati episodi di violenza in ambito familiare e domestico, che negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente.
Desta sempre maggiore preoccupazione, infatti, la violenza verbale ed il bullismo tra minori, episodi che, sebbene slegati da preoccupanti dinamiche organizzative tipico di gang giovanili, diffusi invece in altri territori metropolitani, sono tuttavia spia di un disagio che serpeggia tra i giovanissimi, accentuato da anni di mancanza di socialità a causa della pandemia.
La Polizia di Stato e tutte le Istituzioni preposte, a partire dalla scuola, hanno il dovere, ciascuno nel proprio campo, di preservare lo sviluppo pedagogico e la crescita sociale dei più giovani, per ristabilire quella necessaria continuità di valori tra generazioni.
Servire sicurezza e legalità è la mission della Polizia di Stato per l’affermazione delle libertà, oggi più che mai dopo essere stati a lungo privati delle nostre libertà più immediate a causa dell’emergenza pandemica, durante la quale abbiamo imparato ancor di più ad ascoltare i bisogni della gente, facendocene interpreti e comprendendo che il primo diritto che va salvaguardato è il diritto ad essere liberi dalla paura.
Diceva Cesare Pavese nel mestiere di vivere “non ci si libera da una cosa che ci opprime evitandola, ma soltanto attraversandola”. Abbiamo attraversato, a fianco della comunità, un tempo estremamente difficile ed il nostro “Esserci Sempre” ci rende aperti e pronti a nuove sfide.
Ci rivolgiamo quindi ai cittadini e, tra loro, soprattutto ai più giovani, chiedendogli di essere primi attori nella “costruzione” di una città ideale, fatta di rispetto delle regole, confronto, ascolto e coraggio, per una società che non può prescindere da un NO deciso alle illegalità tutte.
Pensiamo che sia proprio questo l’antidoto a tutto quanto ci minaccia.
Ma la città ideale fa propria anche la solidarietà verso chi soffre, vero e proprio collante sociale tra i popoli e anticorpo ad ogni forma di violenza. Mi riferisco in particolare al fenomeno migratorio, per la cui gestione è sempre più concreto ed attuale l’impegno delle forze di Polizia, in perfetta sintonia con la locale Prefettura.
Uno sbarco è un momento in cui, più che in altre circostanze, la nostra professionalità si confronta col dolore, la sofferenza e la paura; è un momento in cui diventiamo responsabili della speranza che dobbiamo saper fornire a chi sbarca, in cui il cuore va oltre la razionalità delle competenze professionali. Sono attività che coinvolgono emotivamente.
La provincia di Reggio Calabria negli ultimi anni è stata interessata da un progressivo incremento di sbarchi, in particolar modo lungo la costa ionica, in conseguenza dello spostamento delle migrazioni attraverso la rotta mediorientale greco/turca e la rotta africana/libica.
Sbarchi che avvengono sovente in maniera autonoma mediante approdo lungo i litorali, in orari notturni, o comunque con brevi margini temporali di intervento dal momento dell’avvistamento dell’imbarcazione con i migranti a bordo, imponendo al personale di polizia, ed in particolar modo al Commissariato di Siderno, che per competenza territoriale ha gestito oltre l’80 % degli sbarchi in questa provincia, di intervenire in via emergenziale e non programmata.
Nel corso del 2021, e fino al mese corrente, gli sbarchi sono stati 69, per un complessivo numero di 6414 migranti sbarcati, molti dei quali donne e minori non accompagnati. Oltre 40 gli scafisti tratti in arresto.
Nonostante tutto, la gestione del fenomeno non ha mai fatto registrare tensioni nei meccanismi dell’accoglienza, che hanno funzionato alla perfezione, grazie ad un puntuale ed efficace coordinamento della locale Prefettura, e grazie soprattutto alla sensibilità di una comunità reggina che ha saputo trovare nel proprio dna la forza di tendere la mano.
Il trend degli arrivi di migranti è tuttavia in esponenziale aumento, e gli sbarchi dei primi mesi dell’anno in corso lasciano presagire un più consistente aggravio di arrivi, da mettere a dura prova lo stesso volano dell’accoglienza.
Per tali ragioni, su impulso della Prefettura e con l’intesa dei Comuni maggiormente interessati, sono stati programmati interventi più strutturali ed immediati per migliorare le location di accomodamento e la redistribuzione nei Cas, nonché per rendere meno gravose le procedure operative quali identificazione, screening sanitario e fotosegnalamento dei migranti.
Questo fenomeno non può tuttavia essere lasciato alla gestione di un singolo Paese, o peggio di un singolo territorio, occorre un intervento globale a livello comunitario, che coniughi accoglienza e sicurezza, ma anche fornisca adeguati strumenti, anche economici di ristoro, alle comunità sulle cui spalle grava maggiormente il peso dell’accoglienza. Solo così si possono evitare quelle derive di intolleranza che pure tali fenomeni tendono a generare.
Mi avvio a concludere e consentitemi quindi alcuni doverosi ringraziamenti.
In primo luogo un Grazie di cuore alla mia “Squadra”, formata dall’Ufficio di Gabinetto e dai Dirigenti, Funzionari e Poliziotti di ogni ruolo e qualifica, che con il loro costante impegno, professionale ed umano, stanno tracciando un profondo percorso nell’affermare la sicurezza in questa terra, rendendomi orgoglioso di dirigerli.
Alla Digos, cui mi lega un comune percorso professionale, indispensabili suggeritori nel cogliere, con sagacia ed attenzione, i mutamenti della società ed i riflessi sulla sicurezza e l’ordine pubblico.
Un grazie sentito al personale delle Scorte e dei servizi di Tutela, la Polizia di Stato garantisce in questa provincia bel 35 dispositivi di tutela e sicurezza a magistrati, imprenditori, testimoni di giustizia, personalità del mondo politico, cittadini comuni, uomini devoti e disposti ad orari e compiti sempre più gravosi, cui va il mio più affettuoso ringraziamento;
Un grazie di cuore all’ufficio prevenzione generale e soccorso Pubblico, la Squadra volante fatta di custodi del territorio sempre attenti ai bisogni della gente, al loro impegno e sacrificio va la mia più sincera riconoscenza;
Un particolare plauso ai dirigenti e poliziotti dei commissariati distaccati; terre di frontiera in realtà particolarmente complesse.
Grazie a tutte le “Specialità” della Polizia di Stato per lo specifico contributo garantito in tutta la provincia, con compiti altamente qualificati.
Un affettuoso ringraziamento all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Direzione Marittima, al Corpo dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, ai Militari dell’Esercito Italiano ed alle Polizie Locali che con noi condividono gli impegni e gli sforzi per rendere Reggio Calabria e provincia, più sicure e vivibili.
Grazie ai funzionari ed impiegati civili, per l’importante collaborazione fornita nei delicati settori in cui operano.
Il nostro lavoro resterebbe, inoltre, silente e sconosciuto, senza la fondamentale attenzione a noi rivolta dalla stampa e da tutti i mezzi di comunicazione; ai loro rappresentanti, il mio sentito ringraziamento.
Rivolgo, inoltre, alle OO.SS della Polizia di stato e dell’Amministrazione civile dell’interno, il mio più vivo apprezzamento per lo spirito costruttivo, sempre dimostrato, nel rappresentare le esigenze del personale.
Al personale in quiescenza ed alla Sezione provinciale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, il mio più affettuoso saluto. Stiamo continuando il Vostro lavoro.
Infine, non certo per ordine di importanza, un profondo ringraziamento al sig. Prefetto della provincia di Reggio Calabria, dott. Massimo Mariani, al quale mi legano sentimenti di riconoscenza ed amicizia, per il suo acume, la capacità di risoluzione ed il quotidiano impegno volto a rafforzare un’azione di coordinamento, decisiva ed armonica, tra le Forze dell’ordine a garanzia della sicurezza di città e provincia.
Molte sono le responsabilità cui siamo chiamati, che abbiamo, soprattutto verso l’intera comunità; ma ci piace pensare che la più importante, fra queste, sia la “Responsabilità del Sogno”, cioè quella responsabilità di saper custodire e garantire in tutti voi il diritto e la possibilità di sognare, regalando ai nostri figli un mondo migliore.
Insieme vogliamo essere protagonisti di questo sogno: quello di vincere la paura e di restituire dignità alle vittime di qualsiasi arroganza criminale. Reggio Calabria, grida con forza la tua libertà, abbraccia le divise che ti tutelano ed prenditi cura di loro, come loro hanno cura di te sempre.
W La Polizia di Stato W Reggio Calabria W l’Italia.