In una Città normale il primo cittadino avrebbe consegnato la fascia tricolore e convocato i comizi elettorali per la ripetizione delle elezioni viziate da brogli, chiarendo così, in maniera inequivocabile, il legame saldo ed indissolubile che deve esistere tra volontà popolare ed eletto.
In mancanza di tali comportamenti anche la democrazia risulta vilipesa, rendendo vana ogni legittimità istituzionale e, soprattutto, facendo venir meno la dignità ed il rispetto della Politica.
A Reggio Calabria, dove viene rieletto un sindaco già sotto processo per reati acclarati, hanno votato anche i morti e nonostante siano scattati arresti e decine di avvisi di garanzia tutto tace.
Anzi, per gli occupanti di palazzo san Giorgio l’argomento dimissioni pare sia un tabù.
Certo vi è l’azione della Magistratura, tempestiva e puntuale, ad incombere ma, non sfugge all’opinione pubblica, come il vulnus creato dai brogli elettorali chiami ad una responsabilità che non può e non deve rimanere soltanto sub iudice giudiziario ma deve essere affrontato dalla Politica per difendere, con forza e chiarezza, il valore stesso delle Istituzioni che non possono risultare delegittimate.
Reggio Calabria è una città che, dopo 6 anni di amministrazione PD, è sommersa dai rifiuti , manca l’acqua nelle case, gli alberi cadono, scarseggiano gli asili nido e le mense scolastiche. Una città dove mancano i servizi essenziali, manca il lavoro e presto mancheranno i giovani che emigrano per cercare lavoro.
Lo scandalo di questi brogli rappresenta l’ennesima umiliazione per il popolo reggino, ma temiamo che si voglia far passare in sordina anche questo disastro, cercando di abituare tutti alla rassegnazione ed al degrado.
La volontà popolare è il presupposto giuridico ed etico di chi è chiamato a governare; quando tale volontà viene tradita, taroccata; quando avvengono fatti così gravi e si pensa di sottacere, allora il ruolo deve tornare al Popolo ed assumere iniziative di opinione e di controllo ricorrendo anche alle Autorità dello Stato.
L’iniziativa di azione civica popolare del Comitato “Reggio non si broglia”, chiama a raccolta i cittadini, al di là delle posizioni partitiche, nell’ interesse supremo della democrazia e della Giustizia.
A piazza Camagna il Comitato incontrerà tutti coloro che vorranno condividere la petizione popolare chiedendo le dimissioni del sindaco ed il reinsediamento della commissione elettorale per riesaminare i risultati elettorali e controllare il voto dei rappresentanti di lista e la posizione di chi ha inteso disertare le urne.
Ma l’atto più importante, di competenza della Politica e su cui anche la Prefettura potrebbe fare una valutazione, riguarda l’annullo della convocazione al 24 gennaio per l’elezione alla Città Metropolitana fissate nonostante i brogli acclarati che mettono in discussione la legittimità del Consiglio comunale di Reggio rispetto al quale, le cariche metropolitane, hanno un legame a doppio filo, essendo queste nominate sul presupposto del voto degli eletti al Comune.
Nondimeno, la stessa elezione metropolitana risulta monca e forzata, atteso che ben 11 Comuni della provincia, da Siderno a Melito, da Delianuova a Sant’Eufemia, ben 54.000 elettori della provincia non saranno considerati e le elezioni saranno falsate sotto il profilo della democrazia per mancanza di rappresentatività e sotto il profilo formale per alterazione del voto ponderato.
Palazzo San Giorgio con infici anche la legittimità del dirimpettaio Palazzo Alvaro e da piazza Camagna i reggini rinnovino l’orgoglio di far sentire la voce della Città.
Pasquale Morisani
Stanza101 – Amareggio Movimento metapolitico