Detti e proverbi calabresi liberamente narrati da Angelo Latella
La traduzione sarebbe “conserva la pezza (strofinaccio vero e proprio o ricavato da un pezzo di abito vecchio) per quando arriverà il buco”.
Il detto di oggi non parla d’altro: di vendetta, di quella fredda, chiamata anche “all’occorrenza”.
La pezza sarebbe il torto subito, il buco sarebbe chi ci ha offeso, e quando si presenterà (l’occasione), gli restituiremo il torto, gli tapperemo la bocca con la stessa “pezza” , la stessa moneta.
Nella vita, quando è possibile, si fanno delle scelte, si può scegliere di perdonare, si può scegliere di non avere più a che fare con chi ci ha deluso, si può scegliere di rendere “pan per focaccia” immediatamente o all’occorrenza, e si può scegliere di meditare una vendetta più sostanziosa del torto ricevuto.
Però, “sarva ‘a pezza pi quandu ‘rriva ‘u bucu” va oltre, lascia uno spiraglio, la vendetta potrebbe non realizzarsi, non è infatti sicuro, che il buco si presenti al nostro cospetto.
Proverbio simile? “Munti cu munti, non s’incuntrunu mai, ma frunti cu frunti, si “.