Si muore per mare, per terra, per Dio

Le riflessioni di Angelo Latella

La mia riflessione di oggi non poteva tralasciare gli ultimi tristi avvenimenti di morte, di quella cosa che normalmente non si augura a nessuno.

Ancora annegati a Roccella, in un mare sempre più “grande loculo”, ancora morti sul lavoro, ancora morti in carcere , ancora morti in guerra, per la guerra , ancora migliaia di morti alla Mecca.

Ma cos’è realmente la morte? Chi fosse in grado di spiegare cos’è la morte dovrebbe essere in grado di spiegare anche cos’è la vita, o no? Certo, è molto più semplice spiegare ciò che vedi, ma la vita è solamente questo? Che senso ha uccidere, uccidersi, fare qualcosa che potrebbe portarci alla morte? Siamo in un continuo controsenso.

Si muore perché siamo scontenti, infelici, andiamo in cerca di una vita migliore (altrimenti va bene anche morire, anzi è meglio). Si muore ammazzati perché altri hanno deciso così, un governatore potente, un misero datore di lavoro, un delinquente illuso. Si muore impiccati perché non ne possiamo più di questa vita “triste e complicata”.

E si muore per Dio : in fila a 50 gradi, perché almeno una volta nella vita lì ci devi andare. La morte non è più il contrario della vita, la morte guadagna terreno, comincia a piacere, perché la vita ha subito un attacco malefico ben camuffato, è diventata ormai invivibile, snobbata, derisa, sottovalutata, inflazionata, svenduta, l’abbiamo ridotta ad “un regalo da restituire”, magari rimproverando di brutto anche il donatore. Tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole, la vita, l’amore…

Buona domenica.