La riflessione di Angelo Latella
La riflessione di oggi nasce da un sorpasso “automobilistico”, a cui ho assistito l’altro ieri.
Un signore che guidava un motorino, ha superato l’auto che lo precedeva accelerando e suonando a più non posso, alla fine, sorpasso riuscito ma manovra azzardata e grande rischio di finire …l ungo lungo sull’asfalto.
Filosoficamente, il suono è sinonimo di vita, chi suona è vivo, il postino suona, forse più volte, il musicista suona, uno o più strumenti, la banda suona, magari al funerale, la Juve glieli suonava a tutti, una sirena suona per salvare una vita o per fermarla, le campane della chiesa suonano ma anche i campanelli che le pecore portano al collo.
E poi c’è tanta gente suonata, a dimostrare che chi suona spesso si crede vivo.
Molti esempi di vita vengono anche dai rumori (suoni poco piacevoli): l’aspirapolvere della vicina o la lavatrice, soprattutto quando fa la centrifuga, un trapano che buca muri e timpani, l’autoclave, il camion dell’immondizia e l’addetto che svuota il cestello del vetro riciclato.
Quanti segni di vita in questo mondo? Quanti piacevoli e quanti fastidiosi? Qualcuno cantava “fai rumore” a voler evidenziare l’importanza di dire, parlare, gridare, esprimere il proprio pensiero, la propria esistenza, non stare zitti.
Morale della storiella, la vita è bella perché è fatta di suoni, rumori e silenzi ma soprattutto di normalissima responsabilità: sorpassate con intelligenza, con cautela, con estrema attenzione…suonare è un lascia passare, ma non sappiamo per dove.