Le riflessioni di Angelo Latella
E se fossimo veramente fatti “anche” della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni?
In poche parole si spiegherebbe, con la massima semplicità, cos’è l’aldilà.
Scopriamo di aver sognato una volta svegli, perché ritorniamo aldiqua’, perché indossiamo le ciabatte.
Ma sappiamo anche che molte comunicazioni del Divino passano (o sono già passate) attraverso i sogni, attraverso gli angeli.
I sogni, quelli definiti ad occhi aperti, sono spesso desideri…ma anche sognare realmente un defunto può essere un desiderio. Il desiderio non è quindi una forma di preghiera?
Conclusione: bisogna prendere in considerazione che sognare potrebbe essere anche un comunicare con l’aldilà…non solo per smorfiare i numeri del lotto.
Nei sogni si mangia, si beve, si ride, si corre, si vola, si rivivono i fatti salienti della giornata terrena vissuta, insomma si fa di tutto ma con niente.
Dicono che l’aldilà sia tutto un altro mondo, perché? Perché mangiare e bere “in sogno” non è tutta un’altra cosa? Non ci dovrebbe bastare, non ci dovrebbe rendere felici? E poi ci sono gli incubi: ecco spiegato l’inferno.
L’inferno è un interminabile incubo. Il paradiso è un interminabile e stupendo sogno.
Il purgatorio? La sala d’attesa che prepara l’ingresso in paradiso….dove il tempo d’attesa dipenderà dal nostro operato terreno.
Il nostro aldilà non ha età, ed è già iniziato, con il primo sogno.
Buona domenica.