Accoltellamento del giovane a Reggio, l’Amministrazione comunale: “Grido d’allarme dei nostri ragazzi”

 

 

 

 

«Riteniamo sia opportuno intervenire su più aspetti, primo fra tutti quello della prevenzione e dell’ascolto, ancorché resti importante la garanzia di sicurezza e controllo del territorio, in maniera condivisa, con tutte le forze dell’ordine». E’ l’invito emerso al termine di una riunione fra gli assessori alla Legalità e Sicurezza, Giuggi Palmenta, alle Politiche educative, Lucia Nucera, ed alle Politiche Sociali, Demetrio Delfino, che, ieri a Palazzo San Giorgio, insieme ai consiglieri comunali Deborah Novarro, Carmelo Romeo, Nino Malara, quest’ultimi anche in qualità di presidenti delle Commissioni Politiche giovanili e Welfare, hanno fatto il punto della situazione all’indomani dell’accoltellamento di un adolescente avvenuto in Piazza Camagna.

«Quanto accaduto a Reggio – hanno detto – non è sicuramente un fatto isolato. Da più parti d’Italia, sempre più spesso, le cronache ci raccontano un’escalation di violenza fra giovani e giovanissimi che ci obbliga ad intervenire subito chiamando a raccolta ogni agenzia educativa, ogni istituzione e tutte le famiglie. Siamo ancora sgomenti per quanto successo e, l’augurio più grande, non può che essere quello di una pronta guarigione del ragazzo rimasto vittima di un’indicibile barbarie. Ciò che lascia attoniti, comunque, sono anche il luogo, il giorno e l’orario in cui è maturata questa brutale aggressione: in pieno centro città di un sabato sera che gli adolescenti dovrebbero passare in assoluta spensieratezza fra condivisione di esperienze e sano divertimento».

«Ognuno di noi – hanno aggiunto da Palazzo San Giorgio – dovrebbe interrogarsi rispetto ad episodi che disegnano il vuoto etico e morale in cui rischia di precipitare una buona parte delle nuove generazioni. Se pensiamo al recente accoltellamento di una ragazzina a Tor Bella Monaca, ai fatti del capodanno in piazza a Milano oppure alla spaventosa rissa della vicinissima Campo Calabro, ci accorgiamo che il fenomeno non segue una direzione precisa, ma assorbe le preoccupazioni di vaste aree del territorio nazionale. Questa situazione, quindi, è un evidentemente grido d’allarme che proviene dai nostri ragazzi e delle nostre ragazze che, in un modo evidentemente sbagliato, manifestano un disagio rispetto al quale non possiamo rimanere sordi».

«Bisogna ricostruire quel tessuto sociale – hanno concluso – che, nel tempo, ha visto le piazze nascere e crescere proprio per favorire l’incontro e il confronto alle relazioni. Spazi che, purtroppo, a causa dell’avanzare del Covid, sono rimasti chiusi per lunghi periodi perdendo, in un certo senso, la loro funzione naturale. Vogliamo, quindi, tornino ad essere luoghi sicuri per tutti, da frequentare senza alcun timore o paura. Da parte nostra, quello che possiamo fare, è garantire la serenità proprio di chi anima e riempie le piazze affinché possa continuare a crescere all’aperto senza il rischio che possa accadere qualche tragedia. Per farlo serve una presa di coscienza ed un’ammissione di responsabilità collettive che alzino il livello di attenzione e proteggano i nostri giovani. Di fronte al tentato omicidio di un 17enne colpito da diverse coltellate nel mezzo di una rissa, ognuno di noi deve sentirsi coinvolto».